Ieri pomeriggio, l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin (nella foto con Benedetto XVI), è intervenuto nel sempre più acceso dibattito in Irlanda innescato dalla pubblicazione, nei giorni scorsi, di un rapporto sugli abusi su minori compiuti da alcuni sacerdoti nella diocesi di Cloyne. In un’intervista alla Radio nazionale Rte, il presule ha ribadito il suo profondo dolore per la vicenda; quindi ha risposto ad alcune domande sulle dichiarazioni rese ieri dal primo ministro irlandese, Enda Kelly, che, nel corso di un dibattito parlamentare sul Rapporto Cloyne, ha accusato il Vaticano di aver incoraggiato i vescovi a non denunciare gli abusi alle autorità ufficiali. Mons. Martin ha negato con forza tali accuse, sottolineando che nella diocesi di Cloyne sono state ignorate le norme del 2001, volute dall’allora card. Ratzinger, dunque dal Papa attuale. Il primate d’Irlanda ha anche affermato come lui stesso abbia consegnato personalmente 70mila documenti alla Commissione d’inchiesta Murphy, denunciando tutti i casi di dichiarazioni di abuso alla polizia irlandese e ha aggiunto: “Non sono mai stato richiamato dal Vaticano per questo”. Ha poi espresso la sua indignazione e vergogna per quanto è stato fatto alle vittime e ad altre persone nella Chiesa, rilevando nello stesso tempo che questo scandalo colpisce anche tutti quei sacerdoti che testimoniano ogni giorno la loro fedeltà a Cristo. E ha raccontato un recente episodio dove alcuni sacerdoti anziani, “uomini di grande integrità e bontà”, sono stati pesantemente insultati durante il funerale di un compagno sacerdote. “Questa – ha detto mons. Martin - è la Chiesa di cui sono fiero e che ho la responsabilità di difendere”. Il presule ha denunciato coloro che “si prendono gioco” delle norme per tradire la Chiesa, ma ha anche criticato il governo irlandese per non essere riuscito a dare misure adeguate di protezione ai bambini. Infine, l’arcivescovo Martin ha esortato a non mettere in pericolo la collaborazione tra i vari attori della società civile: “Non voglio vedere – ha detto - contrasti tra Chiesa, Stato e volontari. Dovremmo tutti lavorare insieme per garantire che i bambini siano protetti”.
Radio Vaticana
“Nella Chiesa c’è ancora chi resiste, ma la linea del Papa si sta affermando”