lunedì 26 settembre 2011

Bertone e Bagnasco hanno concordato con il Papa le strategie per il San Raffaele, un aiuto temporaneo, e per il Toniolo, card. Scola sarà presidente

Benedetto XVI ha convocato i cardinali Tarcisio Bertone (foto) e Angelo Bagnasco per discutere del futuro dell’Istituto Toniolo, la "cassaforte" che controlla l’Università Cattolica, e per parlare della delicata operazione di salvataggio dell’ospedale San Raffaele di Milano. L’incontro è avvenuto la mattina di sabato 17 settembre, a Castel Gandolfo, e al termine è stato concordato che il nuovo arcivescovo di Milano Angelo Scola subentri al suo predecessore anche nella guida del Toniolo. Mentre per quanto riguarda il San Raffaele l’impegno economico del Vaticano dovrebbe essere limitato nel tempo, in attesa che altri imprenditori possano subentrare. Come si ricorderà, lo scorso maggio La Stampa aveva rivelato il braccio di ferro in atto sul Toniolo: il card. Bertone desiderava che il presidente dell’Istituto, l’arcivescovo uscente di Milano Dionigi Tettamanzi, si dimettesse prima dell’arrivo del suo successore per lasciare il posto all’ex Guardasigilli prodiano Giovanni Maria Flick. La Segreteria di Stato aveva chiesto che per permettere questo cambio al vertice, tre dei membri del Toniolo in scadenza non venissero riconfermati. La sostituzione di Tettamanzi, il cui mandato nel Cda dell’istituto scade tra due anni, era stata motivata con una "cattiva gestione" economica. Ma Tettamanzi aveva risposto documentando nel dettaglio come non soltanto la gestione non fosse "cattiva", ma anzi, rispetto al passato, i soldi dell’istituto venissero finalmente impiegati per le borse di studio degli studenti e per promuovere l’università. Il Papa aveva ricevuto in udienza Tettamanzi e Bertone, e aveva deciso che tutto sarebbe stato rimandato a dopo la nomina del nuovo arcivescovo. La mattina dell’8 settembre, a Castel Gandolfo, il card. Scola si è intrattenuto per più di un’ora con Benedetto XVI, e nel pomeriggio ha incontrato Bertone. Sabato scorso, nel summit con Bagnasco, si è deciso l’avvicendamento alla presidenza dell’Istituto, dove dovrebbe arrivare nei prossimi mesi il neo-arcivescovo Scola. Il Segretario di Stato ha però chiesto un ricambio di alcuni membri del Cda, in modo da permettere l’ingresso di Flick, anche se non più nella poltrona di presidente. Più delicata la situazione del San Raffaele. Qui da due mesi la gestione è passata nella mani degli uomini di fiducia di Bertone, guidati dal manager Giuseppe Profiti, dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, da Flick e dall’imprenditore genovese Vittorio Malacalza. La cordata vaticana aveva presentato la settimana scorsa un piano di salvataggio garantendo 250 milioni di euro, metà dei quali resi disponibili dallo Ior. Un progetto che non ha convinto la Procura di Milano. È noto che molti, all’interno della Santa Sede e nella Chiesa italiana, avevano manifestato dubbi sull’opportunità che il Vaticano si impegnasse finanziariamente nel salvataggio dell’ospedale di don Verzè. Durante l’incontro di sabato a Castel Gandolfo sarebbe stato deciso che l’impegno finanziario della Santa Sede, finalizzato a salvare i cinquemila posti di lavoro, sarà limitato nel tempo in attesa dell’ingresso di altri imprenditori cattolici.

Andrea Tornielli, Vatican Insider