Questi sono tempi difficili per i Legionari di Cristo. Oltre a sopportare la vergogna per gli scandali legati al suo fondatore, Marcial Maciel Degollado, e di fronte a un percorso di profonda riforma interna, la Congregazione deve rispondere giustizia statunitense. Sono stati accusati di negligenza davanti ai tribunali del Connecticut, in una causa che cerca di portare davanti alla corte le alte cariche del Vaticano. Si tratta di una denuncia presentata il 27 luglio 2010 da José Raúl González Lara, figlio biologico del defunto fondatore e frutto di una relazione tra questo e la messicana Blanca Gutiérrez Lara. Secondo il testo, di cui il portale Vatican Insider possiede una copia, Gonzalez Lara (nato nel 1980) avrebbe subito ripetuti abusi sessuali tra il 1987 e il 1998 da parte di Raúl Rivas, uno degli alias usati da Maciel. Questi attacchi avrebbero portato "paura" e "gravi disturbi emotivi" nel giovane, il quale esige un risarcimento pecuniario, sanzioni punitive e "qualsiasi altra sanzione che la corte ritenga appropriata". Anche se il presunto abuso avrebbe avuto luogo in un ambiente privato, in un momento in cui l'accusato si celava dietro un'altra identità e non veniva identificato come un prete, la parte querellante sostiene che la Legione si sia resa colpevole di negligenza per non aver impedito che tutto ciò accadesse. Gli avvocati dell'accusa, lo studio di Jeff Anderson, che ha guadagnato milioni di dollari nelle cause contro la Chiesa americana, vogliono inoltre dimostrare che il Vaticano conosceva le tendenze pederaste del prete e che alcuni suoi funzionari, tra cui i Papi, "hanno cospirato" per nasconderla. Ma è possibile che stavolta non riescano a spuntarla. Solo lo scorso 30 agosto il giudice Grant Miller della Corte Superiore di Hartford, ha concesso la sospensione di quattro dei sette capi di imputazione nell’ambito del procedimento contro le istituzioni dei Legionari, sia in Italia che negli Stati Uniti. Gli altri tre sono andati avanti. Infatti, la denuncia originale comprendeva 12 capi d'imputazione, di cui solo sette coinvolgevano direttamente gli organi della Legione. I restanti cinque si riferivano al patrimonio di Maciel, per cui i magistrati non hanno saputo chi chiamare in causa. Ciascuna delle parti ha dato una lettura particolare della decisione di Miller: mentre i rappresentanti dell'istituto religioso hanno espresso la loro soddisfazione per la sospensione dei capi d'imputazione, l'accusa si è detta soddisfatta per il prosieguo del procedimento giudiziario. La parte della denuncia che è stata accolta consiste in tre capi d'imputazione: "negligenza", "trattenuta negligente" e "negligenza nella supervisione". Nell’ambito di queste sezioni, l'accusa sostiene che i Legionari conoscevano le inclinazioni pederaste del loro fondatore e non si attivarono per evitarle, non emanando delle norme contro di esse o rimuovendolo dalla sua carica. I membri della Congregazione sono anche stati accusati di non essersi preoccupati delle vittime di abusi sessuali, tra cui Raúl, per prevenire o ridurre il danno. La pagina sei del preambolo della querela riporta che "i Legionari sapevano o avrebbero dovuto sapere che Maciel aveva un figlio, perché egli stesso utilizzava i fondi dei Legionari per mantenere Raúl e la sua famiglia. I Legionari sapevano o avrebbero dovuto sapere che Maciel utilizzava proprietà o locali dei Legionari per favorire gli abusi su Raúl". In questa sezione viene coinvolto anche il Vaticano e Papa Giovanni Paolo II, affermando che, nel 1989, l'ex legionario Juan Vaca inviò una lettera personale al Papa per chiedere la dispensa dai suoi voti per potersi sposare in Chiesa. Questa lettera avrebbe contenuto anche la storia degli abusi sessuali che egli stesso ed altri membri avrebbero subito da parte del fondatore, mentre nel 1993 la Congregazione per la Dottrina della Fede avrebbe concesso la dispensa, ma senza menzionare gli episodi di pedofilia. "Tra il 1950 e il 2002, padre Maciel, i Papi precedenti, il Vaticano e i suoi funzionari hanno cospirato per nascondere i crimini di Maciel, tra cui ripetuti abusi sessuali su minori," si stabilisce nella querella. Sulla base di questi argomenti e su alcuni altri documenti, lo studio legale che difende Lara, che nel 2010 chiese ai legionari 26 milioni di dollari per non rivelare pubblicamente la sua storia, ha già annunciato che cercherà di citare in giudizio gli alti funzionari della Sede Apostolica. Da parte sua, la strategia dei difensori della Legione consisterà in un silenzio stampa e nel dimostrare che, non essendo a conoscenza dell'esistenza del figlio del sacerdote, non erano in grado di prevenire gli abusi. In ogni caso il percorso giudiziario continuerà, i querellanti potranno ricorrere in giudizio contro la decisione del giudice Miller, e, in caso contrario, si procederà, in vista del processo, alla raccolta di prove su tre capi d'imputazione.
Andres Beltramo Alvarez, Vatican Insider