lunedì 12 settembre 2011

Il Papa: necessaria la comune testimonianza di tutti coloro che cercano Dio con cuore puro per realizzare la visione di un convivere pacifico di tutti

È in corso a Monaco di Baviera dall’11 al 13 settembre l’Incontro Internazionale di preghiera per la pace "Bound to Live Together - Religioni e Culture in dialogo", organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Papa Benedetto XVI ha inviato un Messaggio all’arcivescovo di München und Freising, il card. Reinhard Marx, letto ieri in apertura dell’incontro.
“Sono lieto – ha sottolineato il Papa – che l`incontro di quest'anno abbia luogo a Monaco, la città di cui sono stato Vescovo, alla vigilia del mio viaggio in Germania e in preparazione alla cerimonia per la memoria del venticinquesimo anniversario della preghiera mondiale per la pace di Assisi che avrà luogo nel prossimo mese di ottobre”. “Il vivere insieme – ha affermato Benedetto XVI a proposito del titolo del meeting, che si può tradurre con “convivere è il nostro destino” - può trasformarsi in un vivere gli uni contro gli altri, può diventare un inferno, se non impariamo ad accoglierci gli uni gli altri, se ognuno non vuole essere altro che se stesso”. Se il vivere insieme è una semplice predisposizione che deriva dalla condizione umana “è nostro compito – spiega il Papa – darle un contenuto positivo” e “intendere la predisposizione a vivere insieme come impegno e dono”. “Incontri come quello che ebbe luogo ad Assisi e quello che si tiene oggi a Monaco rappresentano occasioni in cui le religioni possono interrogare se stesse e chiedersi come diventare forze del convivere”. "Il senso fondamentale di tali incontri - scrive Benedetto XVI - è che noi dobbiamo rivolgerci ai vicini e ai lontani nello stesso spirito di pace che Cristo ci ha mostrato. Dobbiamo imparare a vivere non gli uni accanto agli altri, ma gli uni con gli altri, cioè dobbiamo imparare ad aprire il cuore agli altri, a permettere che i nostri simili prendano parte alle nostre gioie, speranze e preoccupazioni. Il cuore è il luogo in cui il Signore ci si fa vicino. Per questo - spiega il Papa - la religione, che è centrata sull'incontro dell'uomo con il ministero divino, è connessa in maniera essenziale con la questione della pace. Se la religione fallisce l'incontro con Dio, se abbassa Dio a sé, invece di elevare noi verso di lui, se ne fa in un certo senso una nostra proprietà, allora in tal modo può contribuire alla dissoluzione della pace. Se essa invece conduce al divino, al creatore e redentore di tutti gli uomini, allora diventa una forza di pace. Sappiamo - sottolinea Papa Ratzinger - che anche nel cristianesimo ci sono state distorsioni pratiche dell'immagine di Dio, che hanno portato alla distruzione della pace. Tanto più - aggiunge il Papa - tutti noi siamo chiamati a lasciare che il Dio divino ci purifichi, per diventare uomini di pace". "Il campo in cui deve prosperare il frutto della pace deve sempre essere coltivato". "Spesso - scrive Benedetto XVI - non possiamo fare altro che preparare incessantemente e con tanti piccoli passi il terreno per la pace in noi e intorno a noi, anche pensando alle grandi sfide con cui si confronta non il singolo, ma l'intera umanità, come le migrazioni, la globalizzazione, le crisi economiche e la salvaguardia del creato. In conclusione noi sappiamo però che la pace non può semplicemente essere 'fatta', ma che sempre è anche 'donata'. 'La pace è un dono di Dio e al tempo stesso un progetto da realizzare, mai totalmente compiuto'. Proprio per questo è necessaria - scrive Papa Ratzinger - la comune testimonianza di tutti coloro che cercano Dio con cuore puro, per realizzare sempre più la visione di un convivere pacifico tra tutti gli uomini". E ancora: “Dal primo incontro di Assisi 25 anni fa ci sono state e ci sono molte iniziative per la riconciliazione e la pace che riempiono di speranza, purtroppo però anche molte occasioni perdute, molti passi indietro”. “Terribili atti di violenza e terrorismo – ha ricordato il Pontefice - hanno ripetutamente soffocato la speranza della convivenza pacifica della famiglia umana agli albori del terzo millennio, vecchi conflitti covano sotto la cenere o scoppiano nuovamente, e ad essi si aggiungono nuovi scontri e nuovi problemi”. "La pace - conclude Benedetto XVI - è un mandato permanente a noi affidato e contemporaneamente un dono da invocare. In tal senso possano l’incontro per la pace di Monaco e i colloqui che lì avranno luogo contribuire a promuovere la reciproca comprensione e il convivere, preparando così alla pace una via sempre nuova nel nostro tempo".

TMNews, Zenit