venerdì 9 settembre 2011

Il governo irlandese al Vaticano: reazioni dettate dalla rabbia della popolazione, ci rallegriamo per l'impegno al dialogo costruttivo e cooperazione

Il governo irlandese nella sua risposta alla Santa Sede, pubblicata ieri in tarda serata, spiega gran parte del suo comportamento, e quello di altri leaders politici, nella sua dura controversia con il Vaticano in merito al Rapporto Cloyne come "riflesso della rabbia pubblica della stragrande maggioranza del popolo irlandese". Il comunicato pubblicato sul sito ufficiale afferma che "il governo irlandese, ringrazia la Santa Sede per la sua risposta del 3 settembre riguardo il rapporto della Commissione di Indagine della diocesi cattolica di Cloyne (Rapporto Cloyne)" così come per le sue risposte alle questioni che ha posto il premier Enda Kenny nel corso del suo "suo incontro con il Nunzio Apostolico il 14 luglio 2011". "Il governo riconosce e accoglie con favore la dichiarazione", contenuta "nella risposta della Santa Sede" in cui si dichiara "dispiaciuta" e afferma di di provare "vergogna per le terribili sofferenze patite dalle vittime di abuso e dalle loro famiglie", ritenendo inoltre che queste persone devono essere prioritarie su ogni altra considerazione. Poi il comunicato precisa: "Dopo aver considerato attentamente sia il Rapporto Cloyne sia la risposta della Santa Sede, il governo irlandese rimane del parere che il contenuto della lettera confidenziale del 1997 ai vescovi irlandesi, dell'allora Nunzio Apostolico, l'arcivescovo Storero, a prescindere da ciò che s'intedeva fare, ha fornito un pretesto ad alcuni membri del clero per eludere la piena cooperazione con le autorità irlandesi civili per quanto riguarda gli abusi su minorenni". La nota aggiunge: "Il governo irlandese prende atto delle osservazioni della Santa Sede sul dibattito politico in Irlanda dopo la pubblicazione del Rapporto Cloyne e in particolare sulle dichiarazioni del primo ministro e di altri leader politici. Il governo irlandese sottolinea che le osservazioni formulate dal primo ministro e di altri leader politici riflettono la rabbia pubblica della stragrande maggioranza del popolo irlandese per il fallimento della Chiesa cattolica in Irlanda, e della Santa Sede, nel contrasto adeguato degli abusi sessuali su bambini da parte del clero". Infine, la breve nota irlandese si conclude manifestando "speranza", nonostante le differenze tra le parti, nelle lezioni che si possono apprendere per il futuro da questi fallimenti. A questo proposito, il governo dell'Irlanda si rallegra per l'impegno che la Santa Sede ha assunto in favore di "un dialogo costruttivo e di cooperazione con il governo. Nel dare il benvenuto a questo impegno il governo si aspetta che la piena collaborazione da parte della Santa Sede, della Chiesa Cattolica in Irlanda e di tutti gli altri organismi competenti" aiuti nel futuro a costruire in Irlanda "una società completamente sicura per i bambini e per i minori" e dove "tutti coloro che hanno responsabilità per quanto riguarda il benessere e la cura dei bambini in questo Paese siano completamente soggetti alle leggi irlandesi".

Il Sismografo