venerdì 9 settembre 2011

XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Sesta giornata: al centro il Sacramento come riferimento del cristiano nella sua vita di cittadino

L’Eucaristia come riferimento del cristiano nella sua vita di cittadino è stato il tema della sesta giornata del XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (foto) che continua a svilupparsi con celebrazioni e dibattiti nelle diverse città marchigiane. L’esclamazione di San Pietro nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni “Signore da chi andremo?”, tema centrale del Congresso di Ancona, è stata il punto di partenza questa mattina, alla Fiera de capoluogo marchigiano, della Lectio del vescovo ausiliare di Milano, Franco Giulio Brambilla, che ha introdotto il tema ‘Eucaristia e cittadinanza’. Se nella sua professione di fede il primo degli Apostoli afferma che solo Gesù "ha parole di vita eterna" oggi noi cristiani dobbiamo chiederci quali conseguenze concrete ha questa affermazione nella nostra vita ecclesiale e sociale. La Chiesa è insieme il luogo e il frutto della Parola di vita eterna, solo se diventa spazio della comunione. E la Chiesa e il cristiano sono segni di vita eterna solo quando diventano luoghi della carità e costruiscono la città nella giustizia e nella speranza" ha ricordato il teologo. E’ toccato poi al Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Lorenzo Ornaghi e a Francesco Belletti, responsabile del Forum delle Associazioni familiari, riflettere sui modi nuovi in cui i cattolici possono testimoniare la fede eucaristica anche in ambito civile. Da entrambi è giunto il monito a diminuire l’egemonia della politica nella vita cittadina, per dare spazio ad altre forme di partecipazione civile dei cattolici. D’altronde che la sfera politica debba oggi servire il bene comune "senza esercitare alcuna egemonia nella vita della città, ma lasciando spazio alle diverse forme sociali che si dispongono in rete attorno alla persona e alle sue relazioni", lo aveva affermato nei giorni scorsi ad Ancona anche il segretario generale della CEI, mons. Mariano Crociata. "Oggi non ha senso un partito cattolico in Italia" ha affermato il prof. Ornaghi. "La presenza civile dei cattolici nella società pubblica è così importante che richiede strumenti diversi di una realtà partitica temporalmente limitata". "I cattolici – ha aggiunto il politologo - possono avere una presenza più efficace nell’arena politica attraverso una partecipazione a più livelli nutrendo le rappresentanze sociali con le loro caratteristiche di solidarietà, e con gli strumenti della sussidiarietà". "La ricchezza che può offrire la Chiesa alla città – ha aggiunto Lucia Fronza Crepaz del Movimento dei Focolari - è la sua capacità di mettere assieme tutti i soggetti della società in tutti i campi, e di fare di questo un punto di forza", creando così "uno spaccato di città che non guarda alla tutela del proprio mondo cattolico, ma guarda, insieme, al bene comune". Ai lavori in corso in un’altra diocesi della Metropolia, Osimo, è intervenuto poi sul tema ‘Eucaristia: fonte per l’accoglienza’ il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti e gli itineranti, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò. Declinando l’efficacia civile del Sacramento Eucaristico sul fronte di una delle questioni più urgenti della società civile italiana il presule ha sottolineato che "nell’Eucaristia troviamo l’intima unione con Dio, Unità e Trinità, e nello stesso tempo incontriamo i fratelli e le sorelle migranti e itineranti, intimamente uniti a Gesù Cristo, che per ciascuno di noi ha dato la vita". Gli immigrati che popolano le città italiane, ha dunque spiegato il presule, rappresentano Gesù nel mondo di oggi, soprattutto dove e quando "si fa sentire più acuto il grido di sofferenza e ricerca di aiuto che lanciano".

Radio Vaticana