Per secoli sono stati il luogo in cui i Papi venivano per cercare un attimo di quiete dalle cure del governo della Chiesa e le folle della Basilica di San Pietro. Sono i Giardini Vaticani, un'oasi verde nel cuore di Roma nascosta dalla mole imponente delle Mura Leonine, che nasconde alberi secolari e piante esotiche, grotte artificiali, edifici storici e ben 100 fontane. Leone XIII, ad esempio, preferiva starsene seduto davanti alla sua casetta sulla collina mentre il genovese Benedetto XV sostava volentieri davanti l'edicola della Madonna della Guardia. Pio XII vi passeggiava ogni giorno, col sole o con la pioggia, mentre Giovanni XXIII preferiva starsene seduto in compagnia del suo segretario in un padiglione cinese. D'altra parte, l’acqua che zampilla dalle fontane e l’ombra di antichi plurisecolari pini, creano un luogo ideale per vincere il caldo delle estati romane. I Giardini occupano un terzo dei quarantaquattro ettari di superficie dello Stato vaticano. Una squadra di oltre trenta addetti e specialisti lavora tutto l’anno, per curare questo enorme giardino. Al loro interno sorge un gioiello dell’architettura rinascimentale, la Casina di Pio IV, costruita da Pirro Ligorio, architetto di giardini e ingegnere idraulico, al quale si deve anche la famosa Villa d'Este a Tivoli. Oggi ospita la Pontificia Accademiadelle Scienze. I Giardini racchiudono anche alcune piante rare per le nostre latitudini, come l'albero di Ceibo, conosciuto anche come l’albero del corallo per i suoi fiori color rosso scarlatto, diffuso in alcuni paesi del Sud-America. Ci sono anche grandi sequoie e palme Cycas, piante originarie del Giappone. Nei Giardini, ai primi del Novecento, c'era anche un piccolo zoo e oggi ci sono moltissimi animali, tra cui anche picchi, upupe e coloriti e vivaci pappagalli parrocchetti che allietano i visitatori con il loro canto. Alla fine del XIX secolo, Leone XIII vi fece portare daini, gazzelle e caprioli giunti dall’Africa che potevano correre liberamente per il giardino. Si racconta che un giorno una gazzella si gettò su di lui. Il Papa, per nulla spaventato, tranquillizzò i suoi accompagnatori dicendo: "Un leone non può aver paura di una gazzella!". La Torre Leonina, sulla collina che domina i giardini, fu per secoli sede prima della Specola Vaticana, il più antico osservatorio astronomico del mondo, poi della Radio Vaticana. All'interno dei Giardini sorge anche la palazzina dove il premio Nobel Guglielmo Marconi, inventore del telegrafo senza fili e della radio, mise per la prima volta in onda la voce del Papa. Fino ad oggi, i Giardini erano visitabili solo organizzando in anticipo una visita. Ma da quest'estate, grazie alla collaborazione tra il Governatorato dello Stato di Città del Vaticano - l'ente che gestisce lo Stato più piccolo del mondo, e l’Opera Romana Pellegrinaggi, il “cuore verde” del Vaticano si apre a turisti e pellegrini che potranno accedervi a bordo di mini open bus a metano, da 28 posti ciascuno, a basso impatto ambientale e dotati di navigatore GPS. L'itinerario di visita permette di ammirare scorci panoramici della cupola della Basilica di San Pietro e prevede anche una breve sosta di fronte alla fedele riproduzione della Grotta di Lourdes, donata a Papa Leone XIII dal vescovo di Tarbes nel 1902. Il percorso, che inoltre annovera tra le fermate anche il Palazzo del Governatorato, la sede della Radio Vaticana e la stazione della Ferrovia Vaticana, l'eliporto, è anche un’occasione per conoscere come è strutturato e funziona lo Stato della Città del Vaticano. I giardini del Papa sono ''un luogo di arte, di storia e di natura'', ha spiegato presentando l'iniziativa il presidente uscente del Governatorato, il card. Giovanni Lajolo, ma, ha aggiunto, ''sono soprattutto un luogo spirituale''. Lungo gli stessi sentieri percorsi da oggi dal minibus dell'Orp, al pomeriggio, lo stesso Benedetto XVI passeggia recitando il Rosario. Le corse del minibus, al costo di 12 euro, partono tutti i giorni dalle 8 alle 13 esclusi il mercoledì, la domenica e i festivi mentre un'audio-guida e' disponibile in 5 lingue, italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.
Vatican Insider, Ansa