Il Papa tedesco ha spiazzato i tedeschi. Nella prima giornata della suo viaggio di stato in patria, in una Berlino orgogliosa della sua fama di città agnostica se non atea, Benedetto XVI ha saputo ribaltare il tono generale dei giudizi. E la stampa ha riflettuto immediatamente questo cambiamento, evidente soprattutto nei commenti apparsi sui giornali di qualità di indirizzo progressista. Bilancio delle prime 24 ore: i credenti, accorsi in massa a riempire le gradinate dell'Olympiastadion, si sono sentiti confortati dall'appello a stringersi attorno alla Chiesa Cattolica nonostante le difficoltà e le frustrazioni per "le cattive piante cresciute anche all'interno della Chiesa".I parlamentari che hanno assistito allo storico discorso nella sala plenaria del Bundestag sono rimasti favorevolmente sorpresi dal tono riflessivo, alto e semplice allo stesso tempo, dell'intervento. Coloro che hanno disertato l'evento contestando una eccessiva mescolanza fra religione e Stato, si sono dovuti confrontare con l'accusa di inospitalità e mancanza di rispetto; le centinaia di contestatori che hanno manifestato contemporaneamente i dissensi sui temi dell'uguaglianza sessuale e sull'utilizzo dei preservativi hanno potuto farlo pacificamente, sfilando lungo un percorso nel cuore della città, anche se a debita distanza dai luoghi frequentati dal Pontefice. Alla fine, Berlino ha offerto la sua faccia migliore, fatta di mille sfumature, in grado di comporre un quadro plurale e tollerante: chi riteneva che questo non fosse compatibile con la presenza della più alta autorità del cattolicesimo, si è dovuto ricredere. "La Chiesa cattolico-romana ha ancora una sua forza", ha esordito Heribert Prantl in un commento sulla Süddeutsche Zeitung, "che non si mostra più nella presenza diffusa all'interno della società o nella vitalità della sua religiosità, ma nella veemenza con cui il suo massimo rappresentante viene rifiutato. La fede non sposta più le montagne ma manda ancora in bestia i critici della Chiesa. Il riflesso di anti-clericalismo che scatta nel rapporto con il Papa si mostra con la stessa intolleranza che viene a lui contestata. Tra i critici del Vaticano si ritrova riflesso proprio quello che al Vaticano viene rimproverato". Con lo sguardo rivolto all'assenza polemica di un'ottantina di parlamentari durante il discorso di Joseph Ratzinger al Bundestag, ha insistito: "A questo quadro riflesso appartiene anche l'errore di quei deputati che hanno boicottato il discorso del Pontefice. Con questo gesto hanno voluto rimarcare il fatto che lo Stato debba mantenersi neutrale di fronte alle religioni. Un'interpretazione in questo caso sbagliata. La neutralità non significa mancanza di rispetto. E in più, uno Stato liberale e secolarizzato vive di presupposti che esso stesso non è in grado di garantire. Valori come giustizia, amore per il prossimo e solidarietà, insegnati dalla religione cristiana, sono parte di tali presupposti". Il risultato di una contestazione così plateale è stato, a giudizio di Prantl, quello di offrire al Papa più attenzione di quanta comunque ne avrebbe avuta: "Ma egli ha meritato questa attenzione, perché ha tenuto un impressionante discorso di filosofia del diritto, intenso e ricco di umanità, complesso nei dettagli ma semplice nel messaggio. È stato un discorso fondamentale, non fondamentalista". Non molto differenti gli articoli di commento di un pilastro della cultura progressista tedesca come Der Spiegel, che ha titolato fra l'altro "Il Papa sorprendente". Ripercorrendo la prima giornata del viaggio di Benedetto XVI, il settimanale ha scritto: "Fin dal messaggio inviato in partenza a Giorgio Napolitano sulle preoccupazioni per la situazione italiana, si è capito che questo viaggio tedesco non può essere interpretato in altro modo che come un viaggio politico. Il programma prevede 17 colloqui, cinque grandi Messe in tre diocesi - Berlino, Erfurt e Friburgo - di fronte a 300mila fedeli complessivamente e sarà segnato da una serie di contro-manifestazioni. Se Ratzinger manterrà un tale ritmo e forza e coraggio non gli verranno meno, questo 21° viaggio del Pontefice potrebbe davvero diventare storico". Anche qui non sono mancate osservazioni negative verso i critici di Benedetto XVI: "Le loro aspettative sono enormi, ma testimoniano l'ignoranza verso questo Papa e suonano esattamente come quelle caratteristiche che gli vengono contestate: arroganti e lontane dalla realtà. Alcuni critici vorrebbero che in quattro giorni Benedetto XVI facesse in modo che gli abusi sessuali nella Chiesa non fossero mai avvenuti, che riunisse cattolici e protestanti, che permettesse le unioni matrimoniali omosessuali e che nominasse le donne almeno come cardinali. Tutto questo è assurdo". Tracciando il bilancio della giornata berlinese, Der Spiegel ha concluso: "Il discorso al Bundestag è stato sorprendente. Ratzinger, il professore che non voleva diventare Papa, è rimasto fedele a se stesso. Ha dato una lavata di capo ai politici, ha parlato di natura e ragione, ha richiesto ai parlamentari una maggiore responsabilità morale per l'ecologia e la giustizia. È stato un discorso politico, coraggioso, straordinario. Forse, il viaggio più difficile del Papa dall'inizio del suo pontificato può trasformarsi in un trionfo, come accadde lo scorso ottobre in un'altra tappa difficile, quella di Londra".
Pierluigi Mennitti, Lettera43