venerdì 2 dicembre 2011

Il card. Tarcisio Bertone compie 77 anni. Nel 2010 il Papa l'ha riconfermato Segretario di Stato, l'unico nella Curia a rimanere saldo al suo posto

Oggi il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), compie 77 anni: è nato a Romano Canavese il 2 dicembre 1934. Nonostante qualche mese fa si fossero infittite le voci di un imminente cambiamento ai vertici della "cabina di regia" della Curia romana, il primo collaboratore di Benedetto XVI rimane in sella. Nel dicembre 2009, con una lettera nella quale riconosceva anche alcuni suoi limiti, Bertone aveva presentato a Papa Ratzinger le dimissioni, come deve fare ogni vescovo della Chiesa Cattolica, sia nelle diocesi sia in Curia romana, al compimento dei 75 anni d’età. Benedetto XVI all'inizio del 2010 le aveva rifiutate, invitando il suo principale collaboratore, per iscritto con un messaggio elogiativo, a rimanere al suo fianco e al suo posto. I collaboratori più stretti del porporato canavese sono convinti che Bertone rimarrà Segretario di Stato per l’intero Pontificato di Benedetto, o almeno fino al compimento degli ottant’anni, vale a dire fino al dicembre 2014. Secondo molti altri osservatori, invece, il cambio in Segreteria di Stato potrebbe avvenire fra un anno. Il predecessore di Bertone, il card. Angelo Sodano, attuale decano del Collegio cardinalizio, vide annunciato il nome del suo successore nel 2006, quando già aveva compiuto 78 anni. Ma bisogna anche ricordare che in quel caso, l’anno precedente, c’era stato il conclave. Se Giovanni Paolo II fosse vissuto qualche mese di più, le dimissioni del settantasettenne Sodano sarebbero state accettate e sarebbe stato nominato il suo successore, con ogni probabilità, il card. Giovanni Battista Re. Subito dopo l’elezione, nel 2005, Benedetto XVI aveva inizialmente confermato Sodano al vertice della Segreteria di Stato, nominandogli un successore l’anno successivo. Il card. Agostino Casaroli, Segretario di Stato di Papa Wojtyla dal 1979 al 1990, lasciò invece il suo incarico due settimane dopo aver compiuto 76 anni. Mentre è impossibile fare ulteriori confronti con i precedenti capi della diplomazia vaticana, in quanto il predecessore di Casaroli, Jean Villot, nominato da Paolo VI nel 1969 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1978, morì improvvisamente nel marzo 1979 quando aveva 73 anni. Prima di lui c’era Amleto Cicognani, scelto da Giovanni XXIII e confermato da Paolo VI, rimasto Segretario di Stato fino a 86 anni. Il suo caso però non fa testo, essendo stato nominato prima dell’introduzione della regola delle dimissioni. Era stato il Concilio Vaticano II a stabilire la rinuncia a 75 anni, poi sancita anche dai regolamenti della Curia romana. Nel dicembre 1970 Paolo VI vi aggiunse il Motu Proprio "Ingravescentem aetatem" con il quale ribadiva l’invito a presentare le dimissioni a 75 anni, ma stabiliva anche che al compimento degli 80 anni i cardinali cessassero da qualsiasi incarico, compreso l’essere membri dei dicasteri curiali, e perdessero soprattutto il diritto di elettori del Papa rimanendo esclusi da un eventuale conclave. Il Segretario di Stato è un incarico che non ha scadenze, come quelle quinquennali dei dicasteri curiali, in quanto si basa su un rapporto di fiducia con il Pontefice, il quale può decidere in ogni momento di sostituirlo. Negli ultimi anni del regno di Giovanni Paolo II, dopo che Sodano aveva compiuto 75 anni, altri titolari di incarichi cardinalizi, come ad esempio il presidente del Governatorato Edmund Casimir Szoka, fecero presente che avrebbero volentieri lasciato l’incarico se anche il Segretario di Stato, loro coetaneo, lo avesse fatto. Oggi la situazione è diversa e non ci sono capi di dicasteri importanti che hanno raggiunto l’età delle dimissioni, se si esclude il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, William Levada, che dovrebbe lasciare l’incarico nei primi mesi del prossimo anno per ritirarsi negli Stati Uniti. Va ricordato che già prima che Bertone compisse 75 anni, diversi autorevoli cardinali avevano chiesto a Benedetto XVI un cambio in Segreteria di Stato, a motivo dei problemi di governo curiale e di mancanza di coordinamento che si erano verificati. Ma Benedetto XVI ha deciso di non dare ascolto a queste richieste. Ha un rapporto consolidato e di lunga data con il suo "numero due" e non sembra intenzionato, almeno per il momento, a decidere avvicendamenti. Nell’ultimo periodo, Bertone ha visto consolidarsi la sua influenza in Vaticano: ha fatto nominare prelati da lui ben conosciuti e amici in ruoli chiave, soprattutto per quanto riguarda la gestione e il controllo delle finanze d’Oltretevere, l’ultimo dei quali è il nuovo presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, il vescovo di Alessandria Giuseppe Versaldi, che per alcuni mesi ha chiesto e ottenuto di conservare anche la titolarità della diocesi piemontese; e ha fatto allontanare prelati che, invece, gli si erano messi in qualche modo contro, come l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha lasciato la segreteria del Governatorato per diventare nunzio degli Stati Uniti, o il vescovo Vincenzo di Mauro, che ha lasciato la segreteria degli Affari economici per andare a fare l’arcivescovo-vescovo di Vigevano. In questi anni, il Segretario di Stato ha avuto un occhio di particolare riguardo per la realtà italiana, favorendo l’ascesa di fidati manager a lui vicini, come Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale Bambin Gesù nonché del cda del San Raffaele di Milano, che il Vaticano sta cercando di acquistare salvandolo dal fallimento con un consistente intervento finanziario dello Ior. O come Domenico Crupi, vicepresidente e direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. O ancora come Marco Simeon, giovane e brillante trait d’union tra il banchiere Cesare Geronzi e il Vaticano, che Bertone ha voluto prima nell’ufficio relazioni esterne della Rai, caldeggiandone personalmente la nomina, e quindi nel 2010 alla direzione di Rai Vaticano. Il card. Bertone, oltre a essere Segretario di Stato, è anche camerlengo di Santa Romana Chiesa, cioè colui che presiede la Sede vacante, nel periodo che va dalla morte del Papa all’elezione del suo successore.

Andrea Tornielli, Vatican Insider