sabato 21 gennaio 2012

'Ireland Stand Up', un gruppo di laici cattolici irlandesi chiede la riapertura dell'Ambasciata vaticana e di invitare Benedetto XVI nel Paese

Il governo irlandese è sottoposto alle sempre più pressanti richieste di un ampio gruppo di laici cattolici, sostenuto da membri di diversi partiti politici, finalizzate alla riapertura dell’Ambasciata della Santa Sede. Il 18 gennaio, oltre cento membri del gruppo, noto con il nome di "Ireland Stand Up", si sono incontrati per cinque ore con un terzo dei membri del Parlamento irlandese. Hanno partecipato alla riunione 50 su 166 membri della Camera bassa del Parlamento (il Dail) e 25 dei 60 membri della Camera alta (il Seanad). Particolarmente significativa è stata la presenza del sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri (Department of Foreign Affairs, DFA), Lucinda Creighton, insieme ad alcuni rappresentanti del Taoiseach (Primo Ministro) e ad altri ministri, nonché del nuovo ambasciatore irlandese della Santa Sede, David Cooney, che riveste anche il ruolo di segretario generale del DFA. Secondo i commentatori politici, la presenza di queste figure dimostra chiaramente la serietà con la quale il governo di coalizione sta prendendo in considerazione questa campagna. Il 3 novembre 2011, il governo di Dublino ha annunciato la decisione di chiudere l’Ambasciata della Santa Sede nominando un ambasciatore non residente come rappresentante diplomatico, per la prima volta in 81 anni. Il governo ha dichiarato di aver preso quest’iniziativa ‘per ragioni economiche’; tuttavia, è opinione di molti che i motivi di questa decisione siano più inerenti alla sfera politica che a quella economica. Poco dopo, alcuni laici cattolici hanno dato vita al gruppo "Ireland Stand Up" per promuovere la riapertura dell’ambasciata. Mary E. Fitzgibbon, portavoce del Gruppo, afferma che la campagna è stata ispirata dalla reazione di una madre dublinese, offesa dalla chiusura dell’ambasciata. Il gruppo si avvale dei social media e di altri mezzi di comunicazione per esortare la popolazione nazionale a scrivere al Governo, chiedendogli di ritornare sui propri passi, riaprire l’ambasciata e invitare Papa Benedetto XVI al Congresso Eucaristico Internazionale che si terrà nel mese di giugno a Dublino. Stando a quanto affermato dal gruppo, più di 15.000 persone hanno già fatto sentire la loro voce. Durante l’incontro di Dublino, che ha suscitato il grande interesse della stampa irlandese, la Fitzgibbon ha ripercorso la storia del rapporto fra Irlanda e Santa Sede a partire dal 432, anno in cui Papa Celestino I inviò San Patrizio in Irlanda, fino alla costituzione dello Stato irlandese e all'instaurazione di relazioni diplomatiche nel 1929. “Non crediamo che sia stata una decisione di natura economica”, ha aggiunto. Significativamente, Colm Keaveney, parlamentare del Partito Laburista, membro della coalizione di governo, si è dichiarato d’accordo. “Personalmente, ritengo che il governo sia in grado di sostenere questa spesa”, ha affermato. Un altro parlamentare, Brian O’Domnhaill, membro del principale partito dell’opposizione, Fianna Fail, si è chiesto perché il governo abbia deciso di chiudere proprio l’Ambasciata della Santa Sede e non quella del Malawi. Il sottosegretario Lucinda Creighton ha risposto per conto del governo che la presenza diplomatica dell'Irlanda presso la Santa Sede “è davvero importante, non solo per i cattolici irlandesi, ma anche con riferimento alla strategia del Ministero degli Affari Esteri”. “La nostra condotta in materia di politica estera è perfettamente in linea col programma del Vaticano. Operiamo a livello internazionale, in particolar modo in Africa, a favore dei diritti umani, della lotta contro la fame, a sostegno della libertà in ogni sua forma. Portiamo avanti la nostra missione in perfetto accordo col Vaticano”, ha dichiarato, così come riportato in un articolo pubblicato su The Irish Examiner. “Parlando di affari esteri in senso stretto”, ha proseguito, “trovo davvero auspicabile un ulteriore consolidamento dei nostri rapporti col Vaticano. Naturalmente questo non è possibile al momento, ma provvederemo senz’altro a tempo debito”. Quando i tempi saranno maturi, ha aggiunto, “sarò sicuramente la prima a impegnarmi perché ciò avvenga”. In un suo intervento trasmesso dalla rete televisiva irlandese RTE, la Fitzgibbon ha espresso soddisfazione per i risultati dell’incontro a nome di tutti coloro che stanno partecipando alla campagna. “Ho l’impressione che stiano prendendo la questione davvero a cuore. Si sono dimostrati tutti estremamente aperti al dialogo”, ha affermato. La portavoce ha inoltre rivelato che i parlamentari hanno invitato il Gruppo a parlare dinanzi alla Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento irlandese.

Gerard O’Connell, Vatican Insider

irelandstandup.org