lunedì 11 giugno 2012

Koch: il Papa sottolinea che il percorso di unità dei cristiani esige fedeltà alla parola di verità, liberandoci da conformità allo spirito del tempo

Il card. Kurt Koch, presidente del Consiglio Pontificio per la promozione dell’unità cristiana, è ospite in questi giorni a Londra dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Willams (nella foto con Benedetto XVI). Una visita segnata da momenti importanti di dialogo ecumenico, come il discorso pronunciato dal cardinale ieri mattina alla cattedrale di Canterbury, gli incontri con l’arcivescovo Williams e i diversi rappresentanti della Comunione anglicana, l’occasione di conoscere più da vicino ”Alpha course”, un programma di evangelizzazione anglicano di grande successo che è stato adottato anche dalla Chiesa Cattolica. Subito dopo aver partecipato a Dublino al Simposio teologico del Congresso eucaristico internazionale, il card. Koch è partito venerdì per Londra e ripartirà per Roma domani sera. E’ accompagnato da mons. Mark Langham, membro del Consiglio Pontificio con responsabilità per i rapporti con gli anglicani. La visita del card. Koch è dovuta al suo desiderio di conoscere più in profondità la Comunione anglicana. Ieri, per esempio, nella chiesa anglicana di Holy Trinity a Brompton, Londra, ha incontrato il curato Nicky Gumbel, ideatore del programma “Alpha” che gli ha parlato del successo di questo programma di evangelizzazione in tutto il mondo e anche nella Chiesa cattolica tanto che i responsabili del corso “Alpha” hanno dato il loro contributo al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione che si terrà a Roma in ottobre. “La nostra divisione indebolisce e addirittura minaccia la nostra testimonianza”, ha detto il porporato rivolgendosi ieri mattina ai fedeli anglicani riuniti per la solenne celebrazione Eucaristica che si è svolta nella cattedrale di Canterbury. Pendendo la parola per una riflessione, il cardinale ha ricordato che proprio nella cattedrale di Canterbury , nel 1982, Giovanni Paolo II e l’arcivescovo Robert Runcie hanno pregato l’uno accanto all’altro” dando così “un esempio ed una testimonianza che continua ad ispirare tutti coloro che lavorano per l’unità dei cristiani”. Il card. Koch ha quindi parlato della “urgenza” e dell’“obbligo di lavorare per l‘Unità dei cristiani”. Ed ha aggiunto: “L‘unità che cerchiamo, si trova solo in Gesù Cristo, pertanto i nostri sforzi ecumenici non si compiono solo a livello umano, ma devono far ambire a partecipare più pienamente e più perfettamente in Cristo. Quando abbiamo l‘unità con Lui, avremo l‘unità con l‘altro”. “Questo compito - ha proseguito il card. Koch - non sarà facile e richiederà la rinuncia e il sacrificio anche di cose che ci stanno a cuore. Papa Benedetto XVI, due anni fa, ha sottolineato che il percorso di unità esige fedeltà alla parola di verità, che richiede che ci liberiamo dalla conformità allo spirito del tempo. Tale testimonianza può sembrare un sacrificio, anche una forma di martirio, ma come mostrano gli stessi martiri, tale rinuncia ci apre alla volontà liberatrice e creatrice di Dio”. La riflessione si è conclusa con l’esortazione a non “avere paura di mettere da parte tutto ciò che nuoce alla predicazione del Vangelo vero".

SIR