È stata una tornata di nomine all’insegna di una maggiore internazionalizzazione quella realizzata nella Curia romana da Benedetto XVI nel corso delle ultime settimane. Da una parte, la nomina del tedesco Ludwig Gerhard Müller al posto dello statunitense William J. Levada alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede e quella dell’italiano Vincenzo Paglia al posto del connazionale Ennio Antonelli alla presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia non hanno variato gli equilibri tra le nazionalità dei capidicastero della Curia. Dall’altra parte, però, in tre casi ecclesiastici italiani sono stati sostituiti da non italiani per importanti incarichi curiali. L’arcivescovo africano Protase Rugambwa è stato richiamato dalla Tanzania per prendere il posto del lombardo Pierluigi Vacchelli come segretario aggiunto di "Propaganda Fide". Il polacco Krzysztof J. Nykiel ha sostituito il vescovo francescano conventuale italiano Gianfranco Girotti come reggente della Penitenzieria Apostolica. Il padre bianco spagnolo e grande esperto di islam Miguel Angel Ayuso Guixot è subentrato infine all’arcivescovo toscano, ed ex nunzio, Pierluigi Celata, come segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Senza contare che l’arcivescovo domenicano francese Jean-Louis Bruguès ha lasciato l’incarico di segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica per sostituire il cardinale salesiano italiano Raffaele Farina come Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa (ufficio che comunque non fa parte della Curia romana in senso stretto). Di conseguenza, dopo questi cambiamenti, nei ruoli apicali della Curia romana propriamente detta (Segreteria di Stato, Congregazioni, Tribunali, Pontifici Consigli e tre uffici) gli italiani mantengono una solida maggioranza. Sono 13 su 28, il 46,4 per cento, Quando all’inizio del Pontificato, nel 2005, erano 7 su 27, il 25,9 per cento. Ma se si contano anche le figure dei numeri due (segretari e affini) la quota degli italiani è significativamente in calo. Ora sono 21 su 58, il 36,2 per cento. Mentre nel 2005 erano 42 su 83, il 41,8 per cento. Ed è in calo anche se si guarda alle figure dirigenziali minori (sottosegretari e affini): oggi 36 su 88, il 40,9 per cento, mentre nel 2005 erano 42 su 83, il 50,6 per cento. Negli organigrammi vaticani restano ancora da assegnare i ruoli di segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica (sembrava in pole position una candidatura statunitense ma il cardinale prefetto Zenon Grocholewski preferirebbe un latino americano di sua fiducia) e di sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, vacante dal 2010 con la scomparsa di mons. Eleuterio Fortino (ci sarebbe in corsa un italiano). Senza contare la carica di reggente della Casa Pontificia, dove l’attuale titolare, il vescovo Paolo De Nicolò, ha compiuto 75 anni a gennaio, e il candidato alla successione sarebbe l’efficiente padre rogazionista Leonardo Sapienza. Comunque, aldilà di queste caselle ancora da riempire, l'organigramma della Curia romana pare ora sostanzialmente stabilizzato per un paio di anni, visto che i prossimi a raggiungere l’età pensionabile dei 75 anni saranno nel 2013 i cardinali Angelo Amato (Cause dei santi), Manuel Monteiro de Castro (Penitenzieria), Antonio Maria Vegliò (Migranti) e Francesco Coccopalmerio (Testi Legislativi) e nel 2014 il card. Grocholewski. Ma per ciascuno di loro è prevedibile, come è consuetudine, un anno almeno di proroga. Resta l’incognita sul Segretario di Stato. Il card. Tarcisio Bertone compirà 78 anni il 2 dicembre e il biglietto di conferma che il Papa gli ha fatto pervenire alla partenza per Castel Gandolfo induce a pensare che non sia da attendersi una sua sostituzione entro breve termine. C’è tra l'altro da tener presente che Benedetto XVI ha mantenuto nel suo incarico il precedente Segretario di Stato, il card. Angelo Sodano, fino a 78 anni e dieci mesi. E nel caso che non voglia congedare Bertone prima di come ha fatto con Sodano, allora l’attuale "primo ministro" potrebbe rimanere al suo posto almeno fino a ottobre del prossimo anno. Questo prolungamento è reso ancor più plausibile dal fatto che riesce ancora difficile individuare la figura dell’ecclesiastico che il Papa, per stima, conoscenza, e consuetudine di rapporti personali, potrebbe chiamare vicino a sé al posto di Bertone. Il corollario di ciò sarebbe che anche il prossimo Concistoro potrebbe cadere con Bertone alla Segreteria di Stato, come avvenuto nei tre concistori precedenti del novembre 2007, del novembre 2010 e del febbraio 2012, mentre in quello del marzo 2006 c’era ancora Sodano. Il 26 luglio prossimo il cardinale americano James F. Stafford compirà 80 anni e il numero dei porporati con diritto di voto in conclave tornerà a 120. Ma nel corso del 2012, a motivo del raggiungimento degli 80 anni di altri sei cardinali, gli elettori scenderanno a 114 e nel corso del 2013, con altri dieci neo ottuagenari, il Sacro Collegio scenderà a 104 votanti. Così già alla fine di quest’anno e ancor di più nel prossimo ci potranno essere i numeri per un nuovo Concistoro, il quinto del Pontificato, in cui Benedetto XVI potrà distribuire nuove porpore. Una decina nel caso si celebri questo novembre, una ventina se nello stesso mese del 2013. In ogni modo si tratterà, con ogni probabilità, di un concistoro più internazionale dei precedenti. A fine 2012 infatti, se verrà applicata la regola non scritta che assegna la porpora solo laddove non sia presente un altro cardinale con diritto di voto, potranno essere premiate le sedi tradizionalmente cardinalizie di Bogotà (Jesus Ruben Salazar Gomez), Rio de Janeiro (il cistercense Orani Joao Tempesta), Seoul (Andrew Yeom Soo-jung), Manila (Luis Antonio Tagle) e/o Cebu (José Serofia Palma), Westminster (Vincent Nichols), Toledo (Braulio Rodriguez Plaza), Quebec (Gerald Cyprien Lacroix dell’Istituto secolare Pio X), Venezia (Francesco Moraglia). E alla fine del 2013 potranno ricevere la porpora anche Torino (Cesare Nosiglia), Sâo Salvador da Bahia (il dehoniano Murilo Sebastiao Ramos Krieger), Santiago del Cile (il salesiano Ricardo Ezzati Andrello), Malines-Bruxelles (André-Joseph Leonard), Kyiv-Halyc degli Ucraini (Sviatoslav Schevchuk). Nella Curia romana avranno sicuramente la porpora il tedesco Müller e il domenicano francese Bruguès. Mentre più ingarbugliata sarà la scelta di se e quali cardinali fare tra i presidenti dei Pontifici Consigli, ruoli che di per sé non prevedono la porpora. In corsa ci sono gli italiani Paglia e Rino Fisichella, quest'ultimo alla Nuova Evangelizzazione. Ma più anziani di loro in servizio ci sono l’italiano Claudio Maria Celli (alle Comunicazioni Sociali) e il polacco Zygmunt Zimowski (alla Pastorale Sanitaria).
Sandro Magister, www. chiesa