martedì 11 settembre 2012

In libreria 'Covers. I libri di Joseph Ratzinger tra testi e contesti': un invito e leggere, o rileggere, questo patrimonio di incalcolabile ricchezza

Ribaltando il celebre incipit di "Alice in the Wonderland", "Alice cominciava a essere stanca di starsene seduta insieme a sua sorella lungo la riva del fiume (...) una volta o due aveva lanciato un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non c’erano né figure né dialoghi, 'e a che cosa serve un libro senza figuree dialoghi?' pensava Alice", a che cosa serve un libro fatto solo di figure e senza neanche un dialogo? "Quello che qui viene offerto - risponde in una nota l’editore dell’originalissimo "Covers. I libri di Joseph Ratzinger tra testi e contesti" (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana,2012, pagine 295, euro 40) - è un libro particolare, un 'libro dei libri' che ripercorre attraverso un itinerario inconsueto, un mosaico di copertine, la vasta produzione di Joseph Ratzinger pubblicata da diversi editori in tutte le lingue prima e durante il suo Pontificato. Non vuole essere un archivio esauriente, quanto piuttosto l’incontro con una voce che nel tempo ha toccato, e continua a toccare, tanti aspetti della vita dell’uomo e della Chiesa". E davvero di questo si tratta, di un viaggio nel tempo e nella vita stessa della Chiesa, dai pattern a colori accesi anni Settanta, ai delicati grafemi dei libri coreani, passando attraverso fotografie o disegni più o meno prevedibili, più o meno coerenti con il contenuto, a seconda del gusto dell’editore. "La scelta delle copertine come chiave di lettura permette un approccio del tutto originale - si legge nella nota della Libreria Editrice Vaticana - coinvolge l’editore in maniera decisiva, dice al lettore che cosa l’editore desidera mettere in evidenza del testo che va pubblicando". Il breve saggio di Silvano Petrosino in apertura, dedicato all’analisi dell’involucro esterno del libro "offre - si legge ancora nella presentazione - un esempio folgorante di quanti messaggi possa contenere una copertina in fondo semplice, e diviene un invito a ciascuno di noi a 'guardare', e non solo a vedere, tutte le copertine di questo libro con un occhio meno distratto, più curioso, e in fondo a porre noi stessi la domanda su che cosa vorremmo porre in evidenza del contenuto di questi libri. Ma per far questo occorre prima leggerli. E quindi il libro non è che un invito a leggere, o rileggere, questo patrimonio di incalcolabile ricchezza". Il titolo stesso di questo strano catalogo, o meglio, invito alla lettura per immagini, "Covers", suona poco accademico; ricorda un termine tipico della cultura pop, usato per indicare una canzone celebre rivisitata e presa inprestito da un’altra band o da un altro cantante rispetto all’autore: cambia il timbro della voce, lo stile interpretativo, cambiano gli arrangiamenti ma, nella sostanza, il brano è lo stesso. Un po’ come succede nella difficile arte della traduzione, e nella tradizione con la T maiuscola, quella del 'Depositum fidei'. Anche il messaggio cristiano, in ogni epoca, è chiamato a incarnarsi, a diventare esperienza vissuta, storia personale, tradizione anche per le nuove generazioni. "Ciò che hai ereditato dai padri / conquistalo per possederlo": scrive Goethe nel "Faust", illuminando il concetto autentico di eredità: un capitale da far fruttare tradotto nel presente, non un patrimonio inerte da custodire.

Silvia Guidi, L'Osservatore Romano