domenica 9 settembre 2012

La soddisfazione della Santa Sede per la liberazione della bambina pakistana arrestata con l'accusa di blasfemia. Mons. Tomasi: legge inaccettabile

La Santa Sede esprime soddisfazione per la liberazione, avvenuta ieri, di Rimsha, la bimba cristiana con disabilità mentale, arrestata in Pakistan per blasfemia. Familiari e amici hanno consegnato il denaro per la cauzione, circa ottomila euro. La bambina dovra però affrontare un processo anche se il suo accusatore, un imam, è finito in carcere per aver manipolato le prove. "Rimsha - commenta mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio Onu di Ginevra, intervistato da Radio Vaticana - anzitutto non è maggiorenne e secondo le perizie mediche ha anche un handicap e non era in condizione di essere responsabile delle azioni che le venivano attribuite. E' emerso poi che un imam aveva addirittura falsificato le prove, introducendo nel sacchetto d’immondizia di questa povera ragazza delle pagine del Corano, per far vedere che si poteva veramente accusarla di mancanza di rispetto e quindi di bestemmia contro il Corano e, di conseguenza, per costringere le famiglie cristiane di quella zona di Islamabad a scappare così da evitare di essere perseguitate o di vedere le loro case bruciate". Secondo il rappresentante del Papa all'Onu di Ginevra, in Pakistan "il sistema giuridico dovrà rivedere profondamente il suo funzionamento, affinchè le decisioni che prenderà non siano poi contraddette da reazioni popolari che portano a conclusioni profondamente ingiuste". Occorre superare cioè l'attuale situazione delle minoranze religiose che "è problematica: prima di tutto per i cristiani, ma anche per qualche altra piccola minoranza". "Il problema - afferma l'arcivescovo - che si pone davanti a questa realtà è che l’utilizzo della legge sulla blasfemia viene visto come uno strumento per vendette personali o per abusi di potere o per 'liberare' i villaggi, come qualcuno dice, dalla presenza dei cristiani".

Agi

Rimsha è libera. Mons. Tomasi: legge sulla blasfemia inaccettabile