martedì 4 settembre 2012

Ricevute dalla Chiesa in Australia 1500 denunce di abusi sessuali, un terzo su minori. Grande maggioranza nella regione del Nuovo Galles del Sud

La Chiesa Cattolica in Australia ha ricevuto, solo quest'anno, almeno 1500 denunce di abusi sessuali commessi da parte di preti e religiosi, di cui circa un terzo su minori. Lo riferisce il quotidiano The Australian, precisando che il numero è quasi certamente una stima per difetto, poiché la Chiesa sostiene di non essere in grado di fornire una cifra nazionale accurata. Il numero delle denunce viene ricavato da dichiarazioni di questi mesi rilasciate dagli arcivescovi di Sydney e di Melbourne. Circa due terzi dei reclami sono stati presentati nel Nuovo Galles del Sud (la capitale della regione è Sydney) secondo la procedura chiamata "Towards Healing" ("Verso la riconciliazione"), stabilita nel 1996, oppure secondo il programma equivalente detto Melbourne Response. Molti di coloro che si sono sottoposti alle procedure dichiarano che l'esperienza li ha "nuovamente traumatizzati" o "ha rinnovato le sofferenze". Una delle vittime ha criticato la mancanza di indipendenza, poiché i reclamanti sono stati "reintrodotti allo stesso ambiente patito nell'infanzia". Tra i vari casi, c'è la testimonianza di una donna le cui due figlie subirono abusi da un prete. La madre descrive l'esperienza come "altamente ingiuriosa" e "un trauma che si poteva evitare". Un'altra donna, questa volta adulta, che è stata aggredita sessualmente dal suo parroco, ha riferito di essere stata "gravemente traumatizzata" dalla risposta della Chiesa. Un portavoce del card. George Pell, arcivescovo di Sydney e in precedenza di Melbourne, ha assicurato che "la gran maggioranza delle persone hanno accolto con favore l'approccio di Towards Healing".

Tgcom24