mercoledì 2 gennaio 2013

Benedetto XVI: un cordiale augurio di serenità e di bene per il nuovo anno. Alla prima Udienza generale del 2013 la statua bombardata della Madonna di Nagasaki, in pellegrinaggio per la pace

“Un cordiale augurio di serenità e di bene per il nuovo anno”. È l’augurio che ha rivolto stamattina Benedetto XVI ai pellegrini di lingua italiana, come a quelli di altre lingue, presenti alla prima Udienza generale del 2013 in Aula Paolo VI. Un saluto alle Missionarie della Scuola dell’Unione di Santa Caterina da Siena partecipanti al Capitolo generale, con l’esortazione “a crescere nel loro generoso impegno di testimonianza evangelica”, ai fedeli di Trasacco, accompagnati dal loro pastore mons. Pietro Santoro, e “con speciale affetto e gioia” ai ministranti della diocesi di Tempio-Ampurias. “Cari amici, il vostro servizio all’altare è un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia vera e profonda con Lui; comunicate anche ai vostri coetanei il dono di questa amicizia”, è stato l’invito. Salutando i giovani, il Papa ha augurato loro “di saper considerare ogni giorno del nuovo anno come un dono di Dio, da accogliere con riconoscenza e da vivere con rettitudine”, mentre ha invitato gli sposi novelli a porsi “alla scuola della Santa Famiglia di Nazareth, per imparare a realizzare un’autentica comunione di vita e d’amore”. Al termine dell’incontro è stata presentata al Papa la cosiddetta "statua bombardata della Madonna di Nagasaki", ritrovata tra le macerie della cattedrale distrutta dalla bomba atomica sganciata il 9 agosto 1945 sulla città giapponese. L’immagine, nei giorni scorsi, è stata portata in pellegrinaggio in Sardegna "per intercedere per la pace in tutto il mondo". Al Pontefice è stata presentata la storia della statua, donata secondo la tradizione nel 1930 da San Massimiliano Kolbe. "Le occhiaie della statua sono vuote e bruciacchiate, perché gli occhi di vetro si sono sciolti per l’altissima temperatura dell’esplosione atomica lasciando sulle guance le tracce della fusione come lacrime nere", spiegano i componenti della delegazione giapponese, guidata dal rettore della cattedrale Peter Sakae Kojima. "La nostra è una missione di pace permanente con la statua della Madonna di Nagasaki, siamo stati anche al Palazzo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per ricordare l’atrocità della guerra», dice Angela Yoko Edagawa, presidente dell’associazione ex alunni della Sophia university di Tokyo, tra i promotori dell’iniziativa.

SIR, L'Osservatore Romano