martedì 22 gennaio 2013

Nell'arcidiocesi di Los Angeles coperti centinaia di casi di pedofilia da parte del clero. Il 'mea culpa' del card. Mahony che scrisse all'allora card. Ratzinger per informarlo su uno di questi preti

Il card. Roger Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, e altri rappresentanti dell'arcidiocesi californiana, hanno manovrato dietro le quinte per proteggere i preti pedofili e limitare i danni. È quanto emerge, secondo quanto riporta il New York Times, dai documenti resi pubblici nell'ambito del maxi-patteggiamento da 660 milioni di dollari, nell'ambito del quale l'arcidiocesi ha consegnato migliaia di documenti a più di 500 vittime di abusi sessuali nel 2007. Documenti che, solo in seguito a una recente indicazione della giustizia americana, sono stati resi noti. Mahony, in un comunicato, chiede scusa per i suoi errori e afferma di aver incontrato 90 vittime di abusi e di tenere, nella sua cappella privata, i nomi di ogni vittima, per la quale prega quotidianamente. "Questo per me è intollerabile e inaccettabile" aveva scritto Mahony nel 1991 sul reverendo Lynn Caffoe, prete sospettato di chiudere bambini nella sua stanza, riprenderli con la telecamera e anche di aver speso 100 dollari in chiamate a linee a luci rosse alla presenza di un bambino. Caffoe è stato allontanato e gli è stata imposta una terapia ma non è stato dismesso dall'incarico fino al 2004, un decennio dopo che l'arcidiocesi aveva perso le sue tracce. "Sta fuggendo dalla giustizia. Non ci sono indicazioni di una sua scomparsa, quindi è probabilmente vivo da qualche parte" aveva scritto Mahony, secondo quanto riporta il New York Times, all'allora card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Caffoe è morto nel 2006, sei anni dopo che un giornale lo aveva localizzato al lavoro a Salinas, in un centro per senzatetto non lontano da una scuola elementare. Mahony è andato in pensione nel 2011. La riluttanza dell'arcidiocesi a collaborare con polizia e magistratura sui casi di pedofilia era nota da tempo, ma i memorandum scritti alla fine degli anni Ottanta dal cardinale e dal responsabile dell'arcidiocesi per i casi di abusi sessuali mons. Thomas Curry forniscono la prova più solida emersa finora di uno sforzo concertato della più vasta diocesi cattolica negli Stati Uniti per proteggere i molestatori dall'azione della giustizia. Per anni le gerarchie cattoliche avevano combattuto perché i dossier restassero segreti: oggi questi documenti rivelano, nelle parole dei leader della Chiesa, il desiderio di tenere le autorità all'oscuro. In uno di questi documenti, Curry suggerisce a Mahony di impedire che tre preti accusati di molestie fossero mandati dal terapista per timore che quest'ultimo avrebbe potuto allertare la polizia nei loro confronti. In un altro caso, quello del prete pedofilo Peter Garcia che lavorava nelle parrocchie ispaniche, l'arcidiocesi lo mandò a `curarsi´ in un centro di riabilitazione per preti pedofilii, poi il cardinale gli ordinò di stare alla larga dalla California "fino a data da destinarsi" per evitare di dover rispondere alle autorità: "Credo che se dovesse ricomparire nella diocesi ci sarebbe il rischio di azioni penali e civili", scrisse Mahony nel 1986 al direttore del centro di recupero.

Corriere del Ticino, Vatican Insider