lunedì 9 marzo 2009

Visita del Papa al monastero di Tor de' Specchi: Roma ha bisogno di donne tutte di Dio e del prossimo, che obbediscano e consiglino i Pastori

Conclusa la visita al Campidoglio, poco prima di mezzogiorno, Benedetto XVI ha raggiunto il vicino monastero delle Oblate di Santa Francesca Romana a Tor de' Specchi. Ad accoglierlo, il vescovo ausiliare Ernesto Mandara, e madre Maria Camilla Rea, presidente del monastero. Dopo un momento di venerazione del corpo di Santa Francesca Romana, il Papa ha pronunciato un discorso. Benedetto XVI ha reso omaggio alla “più romana delle Sante” mentre ancora è in corso il quarto centenario della sua canonizzazione. Ha parlato della “totale dedizione a Dio e al prossimo” di Santa Francesca Romana, sposa, madre di tre figli e poi fondatrice delle Oblate di Tor de’ Specchi: tra il 1300 e il 1400 ha fatto scaturire un’originale esperienza in cui il silenzio e la preghiera sono strettamente uniti all’operosità: “Contemplazione e azione, preghiera e servizio di carità, ideale monastico e impegno sociale: tutto questo ha trovato qui un ‘laboratorio’ ricco di frutti, in stretto legame con i monaci Olivetani di Santa Maria Nova. Il vero motore però di quanto qui si è compiuto nel corso del tempo è stato il cuore di Francesca, nel quale lo Spirito Santo riversò i suoi doni spirituali e al tempo stesso suscitò tante iniziative di bene”. Il Monastero di Santa Francesca Romana – ha sottolineato il Papa – è caratterizzato da “un singolare equilibrio tra vita religiosa e vita laicale, tra vita nel mondo e fuori dal mondo” e “si trova nel cuore della città” quasi un “simbolo della necessità di riportare al centro della convivenza civile la dimensione spirituale, per dare senso pieno alle molteplici attività dell’essere umano”: “Proprio in questa prospettiva, la vostra comunità, insieme con tutte le altre comunità di vita contemplativa, è chiamata ad essere una sorta di ‘polmone’ spirituale della società, perché a tutto il fare, a tutto l’attivismo di una città non venga a mancare il ‘respiro’ spirituale, il riferimento a Dio e al suo disegno di salvezza. È questo il servizio che rendono in particolare i monasteri, luoghi di silenzio e di meditazione della Parola divina, luoghi dove ci si preoccupa di tenere sempre la terra aperta verso il cielo”. ''Anche ai nostri giorni, Roma ha bisogno di donne tutte di Dio e tutte del prossimo; donne capaci di raccoglimento e di servizio generoso e discreto; donne che sanno obbedire ai Pastori, ma anche sostenerli e stimolarli con i loro suggerimenti, maturati nel colloquio con Cristo e nell'esperienza diretta sul campo della carità, dell'assistenza ai malati, agli emarginati, ai minori in difficoltà''. ''Naturalmente'', ha precisato il Pontefice, c'è bisogno ''anche di uomini, ma qui voglio sottolineare la dimensione femminile''.