mercoledì 11 marzo 2009

Revoca della scomunica ai lefebvrani. Il card. Cañizares: non è stato bello il modo in cui il Papa è stato trattato anche da dentro la Chiesa

Le dichiarazioni negazioniste del vescovo lefebvriano Richard Williamson sono ''farneticazioni che il Papa e la Santa Sede hanno ripetutamente e fermamente respinto'', ma ''non è stato un bello spettacolo il modo in cui il Papa è stato trattato, anche da chi è dentro la Chiesa, in tutta questa vicenda''. E' quanto afferma il card. Antonio Canizares Llovera (nella foto con Benedetto XVI), nella prima intervista da Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, rilasciata al mensile 30 Giorni. ''Il motu proprio è una grazia che fortificherà la fede di gruppi tradizionalisti - aggiunge il 'ministro' della Liturgia - che già sono organicamente presenti nella Chiesa e che aiuterà il rientro dei cosiddetti lefebvriani''. Canizares spiega inoltre che la revoca della scomunica ai lefebvriani ''è stato un gesto di misericordia gratuita del Santo Padre, per aiutare un loro pieno inserimento nella Chiesa cattolica. E' ovvio - osserva il porporato - che questo potrà avvenire solo dopo che loro riconosceranno tutto il Magistero della Chiesa, compreso il Concilio Vaticano II. Ma dobbiamo riconoscere - rileva - che l'unità è inseparabile dalla Croce''. A proposito della riforma liturgica, Canizares poi dichiara: ''Un approfondimento e un rinnovamento della liturgia erano necessari, ma per come l'ho vissuta io non e' stata una operazione perfettamente riuscita. A volte si è concepita la riforma come una rottura e non come uno sviluppo organico della Tradizione''. ''Da qui - dice Canizares - tutti i problemi suscitati dai tradizionalisti legati al rito del 1962''. Sul fatto di essere stato definito dalla stampa ''anti Zapatero di ferro'' per la sue ferme posizioni in Spagna contro le aperture ''laiciste'' del governo spagnolo, Canizares replica infine di non essere ''anti-nessuno'' e di essere ''rispettoso del potere costitutio'' ma non per questo la parola dei vescovi ''puo' essere incatenata'', mentre bolla come ''fantapolitica'' l'indiscrezione secondo cui sarebbe stato trasferito a Roma per fare un favore al governo spagnolo infastidito dal suo atteggiamento critico.