mercoledì 11 marzo 2009

Un uomo paralizzato all'Udienza per incontrare il Papa: ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso. Confido nel Signore e nella Sua persona

Giampiero Steccato (nella foto con Benedetto XVI), l'uomo di 58 anni, ex impiegato delle ferrovie di Piacenza paralizzato da oltre 10 anni perché affetto dalla "sindrome di "Locked-in", ma pienamente cosciente anche se impossibilitato a esprimersi verbalmente, è a Roma per partecipare all'Udienza generale in Piazza San Pietro e consegnare Papa Benedetto XVI un messaggio per "il diritto alla vita". Accompagnato dalla moglie Lucia, dai due figli Daniele e Silvia e dall'amico, Giovanni Badini, e assistito dall'ex primario di cardiologia Ugo Gazzola, l'uomo è volato con un C-27J dell'Aeronautica Militare dall'aeroporto di San. Damiano, a Piacenza, allo scalo militare di Ciampino, dove è giunto alle 8.45. Qui il gruppo ha trovato ad attenderli un'ambulanza della Croce Rossa italiana che li ha condotti in Vaticano. Giampiero Steccato consegnerà a Papa Benedetto XVI un appello messaggio nel quale é scritto tra l'altro: "ho voglia di vivere". "Santità, è inutile cercare di significarLe la mia emozione e la gioia di questa giornata. Con queste poche righe - scrive Giampiero Steccato - vorrei trasmetterLe quello che il mio corpo rischia di celare: ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso, amo la natura ed il mondo in cui ho la fortuna e il privilegio di esistere. "Sono consapevole - continua l'appello - che la mia fortuna é frutto della volontà del Signore e ringrazio infinite volte per quanto mi viene concesso. Confido proprio nel Signore e anche nella Sua persona, perché spero che con la Sua influenza possa permettere all'umanità un futuro migliore, la pace per chi vive in guerra, un po' di pane per coloro che hanno fame e un po' di solidarietà in una società troppo individualista. Grazie". Il trasferimento "straordinario" per esaudire il desiderio di Gian Piero Steccato, che ha una paralisi totale della muscolatura degli arti e di gran parte dei nervi cranici, si è concretizzato grazie all'interessamento del vescovo di Piacenza e la disponibilità della Presidenza del Consiglio e dello Stato Maggiore dell'Aeronautica che ha organizzato il suo trasporto considerato "di natura umanitaria". L'odissea della sua malattia progressiva, che non gli ha mai tolto piena coscienza, e la possibilità di comunicare tramite un palmare che utilizza con un dito, e la vicenda di Eluana Englaro, hanno portato Steccato a cambiare parere rispetto al primitivo desiderio di non voler vivere senza "certe condizioni". Ora, come ha fatto sapere durante l'odissea di Eluana, vuole dare pubblica testimonianza a favore del diritto alla vita di "tutti quelli che non possono dire la loro" perché colpiti da gravi disabilità. A quanto si apprende, al termine dell'incontro con il Papa, in una sala attigua all'aula Paolo VI, Steccato riceverà alimentazione e medicine. Poi, nel primo pomeriggio di nuovo a Ciampino con l'ambulanza della Cri e il rientro a Piacenza. "Vogliamo ringraziare di cuore l'Aeronautica militare e tutti coloro che hanno permesso questo viaggio. Un grazie particolare a coloro che ci hanno assistiti sull'aereo: sono stati molto bravi, è andato tutto benissimo, papà è stato contento e non ha mai avuto paura": lo ha detto Silvia Steccato, la figlia di Giampiero poco prima di lasciare Ciampino diretta con il padre e gli altri familiari in Vaticano. "Il nostro è un viaggio che non avremmo mai pensato di riuscire a fare - ha aggiunto - una cosa impossibile come la visita al Papa, il volo su quest'aereo, che invece si avvera. Che cosa ci aspettiamo dall'udienza? Nessuna risposta, soltanto essere rincuorati. Quel che poi verrà sarà ". Quanto all'assistenza di cui usufruisce Giampiero Steccato, la figlia ha detto che "bisogna lottare un pò per essere assistiti adeguatamente, non stancarsi mai di chiedere e non ascoltare le critiche e i commenti che a volte vengono. Ma, come dimostra il nostro caso, si può essere assisiti".