La lettera del Papa ai vescovi di tutto il mondo, nella quale spiega le ragioni della decisione di revocare la scomunica a quattro vescovi lefebvriani, "non vuole essere una negazione del dibattito, ma un richiamo molto forte al modo in cui il dibattito può essere svolto all'interno della chiesa". Lo ha precisato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, durante il briefing di presentazione con i giornalisti. "Non tutti sono stati gentili e ben educati nell'esprimere le loro opinioni - ha aggiunto il portavoce vaticano - nè il Papa è stato offeso o irritato ma con molta onestà ha detto: 'riconosciamo che ci è stata una discussione con toni molto accesi' e riportiamolo a un dibattito forte e chiaro ma certamente rispettoso della buona intenzione dell'altro. Dire che il Papa vuole disfare il Concilio Vaticano II - ha proseguito - non sono certo caramelline". "Mi pare che questa sia l'intenzione del Papa - ha spiegato padre Lombardi - di invitare a un dibattito, non vuole negare la possibilità di un confronto nella Chiesa. Però chiarisce con quale spirito lo si deve fare. C'è una possibilità di fare dei passi verso l'altro". Padre Lombardi ha precisato come si tratta di un "documento singolare, certamente non comune, molto espressivo della personalità del Papa. Si esprime in prima persona - ha aggiunto il gesuita - anche con una notevole libertà, non è un linguaggio curiale, mi pare un linguaggio molto personale. Il Papa si pone con un atteggiamento di umiltà, di schiettezza, di assunzione di responsabilità, di volere entrare con coraggio spirituale in un punto dibattuto, esponendosi anche su questo in prima persona". "E' apprezzabile - ha aggiunto padre Lombardi - che non abbia interesse di attribuire colpeo responsabilità all'uno o all'altro dei suoi collaboratori. C'è un senso di umiltà e di invito alla corresponsabilità". “Ammiro il coraggio del Papa di manifestare anche una propria soggettività, nello svolgimento di un ministero che è di grande responsabilità per tutti”. Inoltre, per il direttore della sala stampa della Santa Sede, il caso Williamson "si può considerare chiuso" anche grazie alla disponibilità "degli amici ebrei" che hanno compreso la situazione. Padre Lombardi ha poi spiegato che la lettera del Papa ai vescovi di tutto il mondo rappresenta "un documento davvero inconsueto e degno della massima attenzione". "Mai come in questo caso finora durante il suo Pontificato - ha aggiunto - Benedetto XVI si era espresso in un modo così personale ed intenso su un argomento dibattuto. Non vi è dubbio che la Lettera sia sua dalla prima parola all'ultima". "Il Papa - ha proseguito il gesuita - ha vissuto la vicenda del gesto di remissione della scomunica e delle reazioni che ne sono seguite con evidente partecipazione e sofferenza". E ha riconosciuto con "la consueta lucidità ed umiltà" i "limiti e gli sbagli che hanno influito negativamente sulla vicenda, e con grande nobiltà non ne attribuisce ad altri la responsabilità, manifestandosi solidale con i suoi collaboratori". La lettera è stata scritta nella seconda metà di febbraio e terminata prima degli Esercizi spirituali.
"Non mi sembra che ci sarà un tribunale sul Concilio Vaticano II". Il portavoce vaticano ha risposto con questa battuta ai giornalisti che gli chiedevano come si articolerà ora il "dialogo" con i lefebvriani in vista di un loro pieno rientro nella Chiesa. "Andare avanti a botte di interviste non mi sembra serio", ha aggiunto riferendosi alle molte esternazioni del vescovo Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità San Pio X. In proposito Padre Lombardi ha detto che d'ora in poi il negoziato con i lefebvriani avverrà a livello più collegiale e non sarà delegata alla sola "Ecclesia Dei". "Inserire la Commissione in un organismo più ampio e collegiale mi pare evidentemente andare in questo senso". "Mettere "Ecclesia Dei" in collegamento con la 'Congregazione della Dottrina della Fede' - ha spiegato - significa sottolineare che, nella trattativa, i punti dottrinali sono prioritari". "Il confronto - ha chiarito padre Lombardi - non è negato dal Papa, ma e' paradossale che la sua intenzione di riconciliazione sia diventata occasione di una rottura insuperabile. Non e' questo l'atteggiamento con cui si puo' svolgere dibattito nella Chiesa".
Il commento di padre Lombardi alla Lettera del Papa - l'editoriale della Radio Vaticana