giovedì 12 marzo 2009

Revoca della scomunica ai lefebvrani. 'L'Osservatore Romano': un testo appassionato nato dal cuore del Papa per contribuire alla pace della Chiesa

La lettera di Benedetto XVI ai vescovi cattolici sulla remissione della scomunica ai vescovi lefebvriani è “come la lettera ai Galati”: è il titolo dell’editoriale de L’Osservatore Romano, a firma del direttore Gian Maria Vian. Il riferimento è alla citazione della Lettera ai Galati posta dal Papa a conclusione della sua missiva. Il quotidiano vaticano parla di un “testo appassionato e senza precedenti nato dal cuore di Benedetto XVI per contribuire alla pace nella Chiesa”. Vian evidenzia l'appello del Papa all'unità e all'impegno ecumenico di una ''grande Chiesa'' che ''deve ricercare la pace con tutti''. ''Per questo i cattolici non devono dilaniarsi come i Galati a cui Paolo intorno all'anno 56 scrisse di suo pugno una delle lettere più drammatiche e belle. Come questa di Papa Benedetto''. Vian osserva anche che ''sulla convenienza di questo gesto si sono moltiplicati interrogativi e soprattutto si sono scagliate contro Benedetto XVI accuse infondate ed enormi: di rinnegamento del Vaticano II e di oscurantismo. Il giornale rivendica di aver messo nero su bianco che “l’intenzione del vescovo di Roma - ora confermata ma già di per sé evidente, come il giorno stesso aveva sottolineato il nostro giornale - era ed è quella di evitare il pericolo di uno scisma”. Ugualmente le dichiarazioni negazioniste di mons. Wiliamson sono “affermazioni inaccettabili - e anche questo è stato subito sottolineato dal giornale del Papa - come inaccettabili e vergognosi sono gli atteggiamenti verso l’ebraismo di alcuni membri dei gruppi a cui Benedetto XVI ha teso la mano”. In occasione della revoca della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani e del 'caso Williamson', ci sono state ''continuo esposta a manipolazioni e a strumentalizzazioni, tra cui le cosiddette fughe di notizie che si fatica a non definire miserande'', ''anche all'interno della Curia romana, organismo storicamente collegiale e che nella Chiesa ha un dovere di esemplarita'''. ''La lucidità dell'analisi papale - scrive Vian - non evita questioni aperte e difficili, come la necessità di una attenzione e di una comunicazione più preparate e tempestive in un contesto globale dove l'informazione, onnipresente e sovrabbondante, e' di continuo esposta a manipolazioni e a strumentalizzazioni, tra cui le cosiddette fughe di notizie, che si fatica a non definire miserande''. Dopo aver riassunto i principali punti, L’Osservatore Romano conclude: “Era davvero una priorità questo gesto? Il Papa risponde di sì perché in un mondo dove la fiamma della fede rischia di spegnersi la priorità è proprio condurre gli uomini verso il Dio che ha parlato sul Sinai e si è manifestato in Gesù. Un Dio che rischia di sparire dall’orizzonte umano e che solo la testimonianza di unità dei credenti rende credibile. Ecco perché sono importanti l’unità della Chiesa Cattolica e l’impegno ecumenico, ecco perché ha significato il dialogo tra le religioni. Per questo la grande Chiesa - un termine caro alla tradizione - deve ricercare la pace con tutti. Per questo i cattolici non devono dilaniarsi come i Galati a cui Paolo intorno all’anno 56 scrisse di suo pugno una delle lettere più drammatiche e belle. Come questa di Papa Benedetto”.