lunedì 25 maggio 2009

Il card. Bagnasco: nonostante le ostilità cresce l'amore per Benedetto XVI. Il viaggio in Terra Santa uno degli atti più espressivi del pontificato

La figura di Benedetto XVI cresce nonostante "l'ostilità di cui è stato fatto bersaglio" in seguito ad "alcuni suoi pronunciamenti". Il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale italiana, aprendo la 59° assemblea generale della CEI in Vaticano, difende il Papa dagli attacchi subiti recentemente. "Mai è rituale, nei nostri incontri, il pensiero che rivolgiamo al Papa. Men che meno lo è stavolta, venendo noi da mesi di intensa partecipazione alle tribolazioni che egli inopinatamente s'è trovato ad affrontare per una serie di infelici e prevenute interpretazioni date ad alcuni suoi pronunciamenti". "L'ostilità di cui è stato fatto bersaglio - ha detto Bagnasco nella prolusione - ci ha tuttavia riconsegnato la sua figura cresciuta, se possibile, nella considerazione e nell'amore di fedeli e pastori. Resta per noi incomprensibile come l'umiltà e la bontà d'animo, la finezza e la tranquillità interiore che lo contraddistinguono possano da taluno non essere colte per ciò che sono. E se qui sta il segreto della sua popolarità presso la gente comune - ha proseguito il capo dei vescovi italiani - ci sembra di dover osservare che quanto più penetrante si fa la sua parola, tanto più egli si trova esposto a reazioni rigide, se non ostili, da parte di taluni ambienti". Citando la 'Redemptor hominis' di Giovanni Paolo II, il presidente dei vescovi ricorda che "la Chiesa non può essere fermata da nessuno". ''Se profeta è colui che, nelle alterne e complesse vicende della storia, indica Dio e le luci del suo Regno perchè l'umanità non perda se stessa, allora davvero non esitiamo a chiamare profetico questo Papa, il suo magistero, la sua paziente e tenace volontà di intessere un dialogo salvifico con il mondo odierno", prosegue Bagnasco. ''Perchè il cristianesimo non svanisca nell'irrilevanza o nella soggezione verso i moderni potentati, Papa Benedetto mantiene esplicita la novità che proviene dal Vangelo, novità che non è anzitutto una morale, ma una fede'', ha proseguito. Il Papa "sappia che gli vogliamo bene - ha concluso - e siamo con lui ogni giorno".
Il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa ha "definitivamente chiarito le posizioni" di Benedetto XVI dopo Ratisbona e il caso Williamson. "Se equivoci avevano potuto sorgere all'indomani di Ratisbona o per il grave negazionismo di taluno - ha affermato il card. Bagnasco - questo viaggio ha definitivamente chiarito le posizioni. E ha reso evidenti a tutti l'affetto e il sostegno del Papa verso le esigue minoranze cattoliche che in quella regione sono oggi più che mai tentate dalla fuga". Il pellegrinaggio in Terra Santa è stato, per Bagnasco, "uno degli atti più espressivi del suo pontificato". "Un viaggio - prosegue - che non solo ha mantenuto le sue non facili promesse, ma è stato occasione per rivelare il disegno inderogabilmente religioso che sottostà all'intera azione di Benedetto XVI. Anche nei momenti in cui più cruciale tende a farsi la provocazione politica, egli non si distacca dalla sua visione squisitamente biblica e, anzi, su di essa costruisce le risposte che sono attese sul fronte umanitario come su quello diplomatico, sul fronte interreligioso come su quello ecumenico. Forte solo dell'amicizia verso ciascuna delle parti contrapposte - ha concluso - egli ha ogni volta articolato il suo pensiero sulla comune responsabilità delle grandi religioni monoteiste, schierandosi ripetutamente dalla parte dei più deboli, di coloro che più soffrono per l'inimicizia e le guerre".

Apcom, Asca

ProlusioneCardBagnasco.doc - il testo integrale della prolusione