lunedì 25 maggio 2009

Il Papa a Cassino e Montecassino. Le testimonianze dei fedeli accorsi ad abbracciare Benedetto XVI e la cronaca della giornata

È difficile fare una stima precisa di quanti fedeli ieri mattina erano presenti in città per assistere alla Celebrazione Eucaristica di Papa Benedetto XVI o semplicemente per assistere al corteo papale che transitava lungo le strade del centro. In ogni caso piazza Miranda, che da ieri ha preso il nome di Papa Benedetto XVI, era gremita sin dalle prime ore del mattino, a testimonianza del fatto che gli inviti distribuiti dalla Curia diocesana sono andati a ruba e sono praticamente terminati già una settimana prima dell'evento. Quello che invece è apparso un dato inequivocabile è stato l'entusiasmo e la partecipazione spirituale dei fedeli. "Provo un'emozione indescrivibile – ha detto Maria Panaccione, una pensionata che abita nella periferia nord della città – quando ho visto il Papa arrivare con la sua caratteristica automobile sono rimasta senza fiato. Ho iniziato a pregare e non ho più smesso fino a quando il Pontefice non ha abbandonato la piazza". Visibilmente emozionati e coinvolti spiritualmente sono stati molti giovani della città e dei comuni limitrofi. "Oggi è un giorno che conserverò per sempre nei miei ricordi – ha detto Luigi Del Greco, studente liceale - vedere tanta gente animata da una fede così profonda dà un'energia particolare ed una immensa gioia di vivere. Non pensavo che la visita di un Papa potesse far sorgere un così grande turbinio di emozioni". Piange dalla gioia anche Antonietta Meta che ricorda come se fosse stato ieri la visita di Giovanni Paolo II all'abbazia di Montecassino nel 1979. "Mi sembra all'improvviso di rivivere quei momenti di gioia e di suggestione che io e le mie amiche provammo in occasione dell'ultima visita di un Papa nella nostra abbazia. Salimmo a piedi la collina per giungere a Montecassino, ma stranamente nessuna di noi provò una fatica tale da rinunciare a quell'impresa. Troppo grande, come ora, era la voglia di unirci alle preghiere del Papa". Infine entusiasta è stata anche l'accoglienza dei più piccoli. I bambini in tenera età hanno sventolato per tutta la mattinata le bandiere del Vaticano, mentre quelli in età adolescenziale, hanno fatto di tutto per conquistare un posto in piedi e una sistemazione di fortuna pur di non perdersi l'emozione di vedere il Papa dal vivo. Un sogno ritenuto da molti fedeli delle parrocchie cassinati che nella giornata di ieri si è tradotto nella realtà.
Anziani e ammalati lo aspettano sotto il sole cocente ai lati della strada. Il sacerdote vestito di bianco ha appena finito di celebrare la Messa nella piazza che da ieri porta il suo nome. Sta arrivando a bordo della papamobile. Quando passa salutando con la mano dal vetro abbassato in migliaia gridano il suo nome tra gli applausi. I fedeli hanno lasciato Campo Miranda, la piazza alle pendici del monte, con l'abbazia abbarbicata in alto a ricordare l'impegno cristiano di "accoglienza e ospitalità", e lo hanno seguito in corteo fino alla nuova Casa della Carità. Lì il Papa scende dalla papamobile, saluta le autorità e benedice il nuovo Centro Caritas, esortando i volontari che vi lavoreranno a seguire le orme di "San Benedetto e dei monaci che hanno fatto dell'ospitalità una via che porta al Signore". La banda di Cassino "canta" l'Alleluia, Benedetto XVI saluta i membri del Governo che lo hanno accolto, il sottosegratario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e il governatore del Lazio Piero Marrazzo. Quest'ultimo consegna simbolicamente al Papa la casa della Caritas (i lavori di ristrutturazione alla vecchia ala dell'ospedale De Bosis sono stati finanziati dalla Regione con 400 mila euro) che ospiterà chiunque avrà bisogno. "Stranieri, italiani, ammalati, senza tetto. Un primo fronte che accoglierà chi è in emergenza", spiega Marrazzo. Il direttore del centro, don Giovanni Coppola, attorniato dai fedeli, è commosso: "Con questa casa potremo non solo accogliere i bisognosi, ma soprattutto dare una speranza a chi non l'ha più, aiutandolo a reinserirsi nella società". Dopo la benedizione della Caritas il Santo Padre saluta un giovane ragazzo disabile, rimonta sulla papamobile accompagnato dall'abate Pietro Vittorelli e parte verso la sommità del monte. Per ritirarsi in preghiera coi monaci e visitare il cimitero polacco. Ma prima di raggiungere l'abbazia che proprio 65 anni fu flagellata dalle bombe alleate, il Papa passa di nuovo tra la folla. C'è lo striscione che recita "Benedetto colui che viene nel nome del signore". "Bravo Papa", "Bravo Benedetto" gridano i fedeli. Gente che chiede speranza. "La nostra Chiesa diocesana non ha mai perso di vista i fratelli in difficoltà, di qualunque nazione, razza e religione fossero", dice Padre Vittorelli. Concetto ripreso anche dal sindaco Bruno Scittarelli: "Guardiamo con apprensione alla crisi in atto nel nostro territorio, che si protrae già da diverso tempo, dando luogo a fenomeni sociali che investono soprattutto il mondo giovanile e le fasce più a rischio". Il Papa ha portato nella città della Ciociaria una ventata di speranza. "Lo aspettavamo da due mesi - dice Lucia, che ha appena visto passare Benedetto XVI davanti al bar dove lavora - il suo messaggio deve essere ascoltato affinché tutti aiutino chi si trova in difficoltà".

Dario Martini, Il Tempo