Non meraviglia, perciò, secondo Benedetto XVI, “che sia precisamente in presenza del nostro ardente desiderio di portare Cristo agli altri, di render noto il suo messaggio di riconciliazione, che noi sperimentiamo la vergogna della nostra divisione”. Tuttavia, “inviati nel mondo, resi saldi dalla forza unificante dello Spirito Santo, chiamati ad annunciare la riconciliazione che attira ogni uomo a credere che Gesù è il Figlio di Dio, noi dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa, per recare comune testimonianza all’amore del Padre, che invia il Figlio affinché il mondo conosca il suo amore per noi”. Ricordando la richiesta di un gruppo di greci a Filippo di vedere Gesù, il Papa ha detto: “È una richiesta che ci viene fatta di nuovo oggi, qui in Gerusalemme, nella Terra Santa, in questa regione e in tutto il mondo. Come dobbiamo rispondere? La nostra risposta viene udita? San Paolo ci allerta sulla gravità della nostra risposta, sulla nostra missione di insegnare e di predicare”. Per il Pontefice, “è perciò imperativo che i capi cristiani e le loro comunità rechino una testimonianza vigorosa a quanto proclama la nostra fede”. “Desidero riconoscere – ha detto Benedetto XVI - l’opera svolta a questo scopo dai capi delle comunità cristiane, che regolarmente s’incontrano in questa città”.
Per il Papa il “servizio più grande” dei cristiani di Gerusalemme ai propri concittadini è “allevare e educare una nuova generazione di cristiani ben formati ed impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa”. “La priorità fondamentale di ogni leader cristiano – ha aggiunto - è di nutrire la fede degli individui e delle famiglie affidati alle sue premure pastorali. Questa comune preoccupazione pastorale farà sì che i vostri incontri regolari siano contrassegnati dalla sapienza e dalla carità fraterna necessarie per sostenervi l’un l’altro e per affrontare tanto le gioie quanto le difficoltà particolari che segnano la vita della vostra gente”. Poi un chiarimento: “Le aspirazioni dei cristiani di Gerusalemme sono in sintonia con le aspirazioni di tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro religione: una vita contrassegnata da libertà religiosa e da coesistenza pacifica, e, in particolare per le giovani generazioni, il libero accesso all’educazione e all’impiego, la prospettiva di una conveniente ospitalità e residenza familiare e la possibilità di trarre vantaggio da una situazione di stabilità economica e di contribuirvi”.
Incontro Ecumenico nella Sala del Trono della Sede del Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme (15 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa