venerdì 15 maggio 2009

La stampa araba rivaluta Benedetto XVI: nel viaggio in Terra Santa ha dimostrato di saper dialogare con i musulmani e di essere un predicatore di pace

Con il suo pellegrinaggio in Terra Santa Papa Benedetto XVI ha dimostrato che "pur se lentamente sta imparando a dialogare con i musulmani". Esordisce così la tv satellitare saudita al Arabiya nel fare il punto sul storico viaggio del capo della Chiesa Cattolica in Giordania, Israele e Territori Palestinesi. Ma, in generale, i media arabi sembrano oggi rivalutare la figura del Pontefice dopo avere ignorato il suo viaggio nei primi giorni. I grandi mezzi d'informazione parlano di "buon eco tra i musulmani per le parole in cui ha usato tipiche espressioni islamiche". "Un nuovo linguaggio", secondo l'emittente araba, che "facilita gli sforzi per trovare un terreno comune" con sui dialogare con l'islam. Dunque, avere "preso in prestito l'espressione coranica per definire il Dio misericordioso e compassionevole" nel suo discorso pronunciato alla moschea di Amman è visto da al Arabiya, come una svolta di linguaggio del Papa che tra l'altro ha invitato musulmani e cristiani a "incoraggiare l'enorme capacità della mente umana - ecco il richiamo alla razionalità - al servizio del bene". "Non per difendere il Papa", titola oggi un fondo di al Mustaqbal, che vede "musulmani e ebrei tirare il mantello del Pontefice" per assecondare le loro rivendicazioni: "ma Benedetto XVI - obbietta - non è, e non può essere, partigiano di nessuno"; perchè il Santo Padre "non è un rabbino e neppure un imam". Pertanto da "Vicario di Cristo, l'uomo, può fare solo il predicatore di pace e non il partigiano". I media arabi sembrano avere apprezzato la presa di posizione di Papa Razinger a favore di uno stato palestinese indipendente e contro il muro di separazione israeliano. Il quotidiano panarabo al Hayat, con l'eloquente titolo "Tra la visita del Papa e quella di Obama", quest'ultima prevista in Egitto per il 4 giugno prossimo, scrive che "c'è più di un punto di contatto" tra i due viaggi. Con un interrogativo che nasconde una speranza, domanda: "la Santa Sede, nell'ambito dei principi di fede che la guidano, e gli Stati Uniti, in linea con i grandi annunci di Obama, si muoveranno entrambi per esercitare le proprie innegabili influenze e riportare sul giusto percorso la soluzione di una disputa che dura da troppo tempo"?