“In che modo promuovere lo spirito di riconciliazione, giustizia e pace?”. È questo uno degli interrogativi che fanno da guida al Messaggio finale. A offrire questa chiave di lettura mons. Francisco João Silota, vescovo di Chimoio (Mozambico), secondo vicepresidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (Secam) e membro della Commissione sinodale per il messaggio. “La Chiesa in Africa – ha evidenziato mons. Silota – sia come famiglia di Dio, sia come singoli fedeli, ha il dovere di essere strumento di pace e di riconciliazione”. Mons. Silota ha anche sottolineato l’importanza della “collaborazione con altri gruppi religiosi”: è importante “lavorare con tutti gli altri sempre nel rispetto della libertà di ciascuno”. Per il vescovo, è anche necessario stabilire una “sinergia di lavoro” con i leader politici. “L’augurio”, ha concluso mons. Silota, è che “lavorando insieme riusciamo a stabilire e a promuovere la pace per tutti”.
Un incoraggiamento all’Africa a “non sentirsi sola”. Così mons. Youssef Ibrahim Sarraf, vescovo di Le Caire dei Caldei (Egitto), ha presentato il “Messaggio al popolo di Dio” del Sinodo per l’Africa. “Il futuro – ha detto mons. Sarraf, che è anche vicepresidente della Commissione sinodale per il Messaggio – è pieno di risorse umane e naturali. Purtroppo, alle volte, queste vengono sfruttate da multinazionali e da altre nazioni”. In questo modo, “diventano qualcosa di pesante anche per i residenti”. In particolare, ha aggiunto il vescovo, “le risorse umane subiscono ancora ingiustizie del passato: schiavitù, colonizzazione, etc”. Attualmente, però, “nel continente si sta riprendendo consapevolezza della dignità della persona umana”. Durante il Sinodo, ha riferito mons. Sarraf, si è parlato anche dei bambini. E nel messaggio viene loro dedicato un paragrafo (il n. 28), segno della “nostra tenera attenzione” verso i tanti traumi da loro subiti. Il vescovo ha poi sottolineato l’importanza del “perdono”, “virtù cruciale” per “la promozione della pace”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “auspichiamo anche un buon governo” e una “collaborazione efficace nel dialogo ecumenico e interreligioso”. Il Sinodo, ha concluso, “invita tutti e incoraggia ogni sforzo possibile per raggiungere l’obiettivo” della giustizia e della pace.
SIR