SIR, Apcom
lunedì 29 marzo 2010
Il card. Kasper: Il ‘Benedetto colui chi viene’ in ogni tempo può rapidamente cambiare nel grido ‘Crocefiggilo’. Il celibato non c'entra con gli abusi
“Come Gesù aveva i suoi nemici anche noi, i cristiani, e la Chiesa ha sempre nemici, non solo oggi ma anche in passato, in ogni secolo e così sarà anche nel futuro. In questi giorni, nei quali non solo il Papa ma tutta la Chiesa, e così ogni fedele cioè ognuno di noi, è frontalmente attaccato e denunciato da alcuni influenti mass media in un modo che oltrepassa ogni lealtà e anche ogni verità, lo sentiamo di nuovo. Non siamo sorpresi! Gesù ce lo ha predetto. Il ‘Benedetto colui chi viene’ in ogni tempo può rapidamente cambiare nel grido ostile ‘Crocefiggilo!’”. Lo ha detto il card. Walter Kasper celebrando ieri, a Roma, nella Parrocchia di Ognissanti, di cui è titolare, la Domenica delle Palme. A riferirlo è l’ufficio stampa orionino che in una nota riporta stralci dell’omelia. “Non c'è motivo di scoraggiarsi ed essere abbattuti – ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei cristiani - sappiamo che la gente che ha benedetto Gesù con canti e palme alla fine ha avuto ragione. Hanno vinto i credenti. Perché la Via Crucis non è finita con la crocifissione con la risurrezione di Pasqua. La Chiesa oggi ha bisogno di una umile pulizia interna da sporcizie inaccettabili e noi tutti ne abbiamo bisogno, ognuno nel suo modo. Però, se ci convertiamo e ci purifichiamo, la Chiesa alla fine uscirà dalla crisi attuale rinnovata, più splendida e bella”. In un'intervista al quotidiano La Stampa, il card. Kasper ha risposto all'ennesima provocazione del card. Carlo Maria Martini, secondo cui va ripensato il celibato dei sacerdoti. "Di sicuro il celibato non ha nulla a che vedere con gli abusi sessuali del clero sui minori. Il Pontefice definisce il celibato un segno della consacrazione con cuore indiviso, l'espressione del dono di sè a Dio e agli altri. Tutti gli esperti documentano che la stragrande maggioranza dei casi avviene nelle famiglie e non in ambiti ecclesiastici. Il Papa ci insegna che il sacerdote non appartiene più a se stesso ma attraverso il sigillo sacramentale ricevuto, diventa proprietà di Dio". E poi secondo il cardinale, "è dimostrato che la pedofilia non ha alcuna attinenza con la tradizione antichissima che impedisce ai sacerdoti di sposarsi. Anzi le statistiche sugli abusi ci dicono esattamente il contrario".