sabato 10 aprile 2010

Il card. Bagnasco: nessuna cultura del silenzio. Mons. Arborelius: preoccupazione e rabbia per gli abusi. Ho constatato di persona che il Papa soffre

Contro Papa Benedetto XVI c'è ''certamente'' una campagna orchestrata dai nemici della Chiesa: lo afferma, in un'intervista alla CNN, il presidente della CEI card. Angelo Bagnasco. ''Guardo i fatti e sembra che ogni parola, ogni atto del Santo Padre, non vada bene a certe persone o in certi ambienti. Sembra che li irritino. Uno si deve chiedere perchè'', ha detto il porporato rispondendo alle domande di Diana Magnay. ''La Chiesa ha sempre perseguito e dato delle indicazioni di massima trasparenza e fermezza nell'affrontare questo crimine, così come altri tipi di crimini che possono essere commessi. Dunque non c'è stata una 'cultura del silenzio' imposta o predicata dalla Chiesa, a nessun livello'', ha detto rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni del Promotore di giustizia vaticano, mons. Charles Scicluna, che ha parlato di una diffusa cultura della segretezza qui in Italia. Quanto alla risposta della Chiesa, a livello internazionale, Bagnasco ricorda che ''diversi vescovi di varie nazioni - una volta trovati responsabili di non essere prontamente intervenuti contro alcuni preti, e avere nascosto i fatti - si sono dimessi''. Non solo, aggiunge, ''il Santo Padre ha immediatamente accettato le dimissioni di quei vescovi'': ''Io penso che in alcuni casi quelle dimissioni siano anche state chieste''.
In una lettera ai fedeli che sarà letta domenica 11 aprile in tutte le Messe della diocesi di Stoccolma, mons. Anders Arborelius, vescovo della diocesi svedese nonchè presidente della Conferenza Episcopale della Scandinavia, esprime ''la sua profonda preoccupazione e rabbia'' per gli abusi sessuali che i sacerdoti hanno commesso nei confronti dei bambini. ''E' con grande dolore - scrive il presule - che riceviamo informazioni da ogni parte riguardanti sacerdoti, che nel modo più atroce hanno peccato contro i bambini e i giovani, e quindi anche contro Dio stesso. Questa settimana abbiamo anche sentito come un vescovo in un paese vicino ha fatto questo. Proviamo dolore e disgusto, ma soprattutto una compassione incommensurabile per i bambini e giovani che hanno sofferto di questi crimini''. ''Il Santo Padre - prosegue mons. Arborelius - soffre di tutto questo, come io stesso ho potuto constatare quando l'ho incontrato il 25 marzo. Egli sottolinea come la Chiesa debba confrontarsi con una profonda revisione critica per questi fatti tragici''. ''Noi tutti - aggiunge il vescovo - abbiamo la responsabilità di assicurare che la santità, la purezza, la misericordia e la solidarietà siano diffuse tra tutti i membri della Chiesa''. Quindi osserva: ''E' un momento molto difficile in questo momento per molti sacerdoti che si sentono guardati con sospetto anche se vivono una vita santa. Anche molti laici possano sentirsi puntati e traditi. Ma proprio quando vediamo come il peccato esiste anche nella Chiesa, dobbiamo guardarla come un appello che Dio fa ad una conversione profonda. Questo tempo di purificazione è molto importante e potrebbe portare ad un rinnovamento spirituale, se tutti noi la consideriamo come una chiamata a tendere alla santità''.

Asca