sabato 10 aprile 2010

L'avvocato Usa del Vaticano: il prete venne ridotto allo stato laicale rapidamente per l'epoca. La competenza sugli abusi era del vescovo locale

L'avvocato californiano Jeffrey Lena, che rappresenta la Santa Sede in alcuni casi di abuso sessuale da parte dei preti, invita a non dare ''giudizi affrettati'' sul caso di Stephen Kiesle e sottolinea che il prete venne ridotto allo stato laicale ''rapidamente, non per gli standard moderni, ma per gli standard dell'epoca''. In una dichiarazione diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, Lena precisa che ''durante l'intero corso del processo il prete rimase sotto il controllo, l'autorità e la cura del vescovo locale, che era responsabile di accertarsi che non facesse del male, come previsto dalla legge canonica''. ''Il caso di abuso - aggiunge - non venne affatto trasferito in Vaticano. Questo era un caso di laicizzazione in cui la Congregazione per la dottrina della fede stava cercando di determinare se ci fossero le condizioni per la laicizzazione. La Congregazione non era nemmeno competente per i casi di abuso, all'epoca. La competenza era del vescovo locale''. Inoltre, Lena invita a leggere attentamente l'invito del card. Ratzinger al vescovo locale di segurie Kiesle ''con tutta la cura paterna possibile'': ''E' un modo di dire che questo prete era sotto l'autorità e la cura del vescovo, che era responsabile di far in modo che non facesse ancora del male'', spiega Lena.

Asca