mercoledì 7 aprile 2010

Il Papa: saremo testimoni di Gesù risorto quando trasparirà in noi il prodigio del suo amore. La Pasqua atto supremo e insuperabile della sua potenza

''La Pasqua di Cristo è l'atto supremo e insuperabile della potenza di Dio'', un evento ''assolutamente straordinario'', ma anche ''un fatto storico, reale, testimoniato e documentato''. A ricordarlo è stato questa mattina Papa Benedetto XVI, rientrato da Castel Gandolfo, dove resterà fino a martedì' prossimo, nella catechesi della prima Udienza generale dopo Pasqua. La Risurrezione di Gesù, ha spiegato il Pontefice, ''è l'avvenimento che fonda tutta la nostra fede''. Il Nuovo Testamento non descrive la Risurrezione di Gesù nel suo attuarsi, ha sottolineato il Papa: ''riferisce soltanto le testimonianze di coloro che Gesù in persona ha incontrato dopo essere risuscitato''. In particolare, l'annuncio ''è Risorto'' viene proclamato ''inizialmente da alcuni angeli'': è dunque ''un annuncio che ha origine in Dio'', ma Dio ''lo affida subito ai suoi messaggeri, perchè lo trasmettano a tutti''. Sono gli angeli, poi, che ''invitano le donne, recatesi di buon mattino al sepolcro, ad andare con prontezza'' ad annunciare ai discepoli la resurrezione di Cristo. ''Mediante le donne del Vangelo - ha concluso il Papa - quel mandato divino raggiunge tutti e ciascuno perchè, a loro volta, trasmettano ad altri, con fedeltà e con coraggio, questa stessa notizia: una notizia bella, lieta e portatrice di gioia''. “La buona notizia della Pasqua richiede l’opera di Testimoni entusiasti e coraggiosi”. Il Papa ha espresso la sua “profonda gratitudine per le innumerevoli schiere di credenti in Cristo che ci hanno preceduto nei secoli, perché non sono mai venute meno al loro fondamentale mandato di annunciare il Vangelo che avevano ricevuto”. “Ogni discepolo di Cristo, anche ciascuno di noi, è chiamato ad essere testimone”, ha affermato Benedetto XVI, secondo il quale “è questo il preciso, impegnativo ed esaltante mandato del Signore risorto”. “La notizia della vita nuova in Cristo – ha proseguito il Santo Padre - deve risplendere nella vita del cristiano, deve essere viva e operante in chi la reca, realmente capace di cambiare il cuore, l’intera esistenza”. In questa prospettiva, “la vicenda degli apostoli è anche la nostra e quella di ogni credente, di ogni discepolo che si fa annunciatore”. “Saremo davvero e fino in fondo testimoni di Gesù risorto quando lasceremo trasparire in noi il prodigio del suo amore; quando nelle nostre parole e, più ancora, nei nostri gesti, in piena coerenza con il Vangelo, si potrà riconoscere la voce e la mano di Gesù stesso”. "Siamo certi che il Signore, oggi come ieri, opera insieme ai suoi testimoni”, le parole di Benedetto XVI: “È questo un fatto che possiamo riconoscere ogni qualvolta vediamo spuntare i germi di una pace vera e duratura, là dove l’impegno e l’esempio di cristiani e di uomini di buona volontà è animato da rispetto per la giustizia, da dialogo paziente, da convinta stima verso gli altri, da disinteresse, da sacrificio personale e comunitario”. “Vediamo purtroppo nel mondo anche tanta sofferenza, tanta violenza, tante incomprensioni”, ha denunciato il Papa, secondo il quale “la celebrazione del mistero pasquale, la contemplazione gioiosa della Risurrezione di Cristo, che vince il peccato e la morte con la forza dell’Amore di Dio è occasione propizia per riscoprire e professare con più convinzione la nostra fiducia nel Signore risorto, il quale accompagna i testimoni della sua parola operando prodigi insieme con loro”. “Dappertutto, dunque, il Signore ci manda come suoi testimoni”, una delle affermazioni centrali dell’udienza di oggi: “Ma possiamo essere tali – ha puntualizzato il Santo Padre - solo a partire e in riferimento continuo all’esperienza pasquale, quella che Maria di Magdala esprime annunciando agli altri discepoli: Ho visto il Signore”, come riferisce il Vangelo di Giovanni. “In questo incontro personale con il Risorto – ha ribadito Benedetto XVI - stanno il fondamento incrollabile e il contenuto centrale della nostra fede, la sorgente fresca e inesauribile della nostra speranza, il dinamismo ardente della nostra carità. Così la nostra stessa vita cristiana coinciderà appieno con l’annuncio: Cristo Signore è veramente risorto”. “Lasciamoci conquistare dal fascino della Risurrezione di Cristo”, l’auspicio finale del Papa, che si è affidato a Maria affinché “ci sostenga con la sua protezione e ci aiuti a gustare pienamente la gioia pasquale, perché sappiamo portarla a nostra volta a tutti i nostri fratelli”. “Ancora una volta,Buona Pasqua a tutti!”, la conclusione della catechesi.

Asca, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa