Le esequie del card. Špidlík. Il Papa: ha posto la sua vita dentro il comandamento dell’amore, l'ha inscritta tutta nel primato di Dio e della carità
Una vita tutta vissuta dentro il comandamento dell’amore: Benedetto XVI ha tratteggiato così il cammino terreno del card. Tomáš Špidlík, di cui si sono tenuti stamani i funerali nella Basilica Vaticana. Dopo la Messa celebrata dal cardinale decano, Angelo Sodano, il Papa ha pronunciato l’omelia ed ha presieduto i riti esequiali dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. “Per tutta la vita ho cercato il volto di Gesù, e ora sono felice e sereno perché sto per andare a vederlo”: queste parole, ha ricordato Benedetto XVI, sono state tra le ultime pronunciate dal card. Špidlík. Un pensiero “semplice” e “stupendo”, l’ha definito il Papa. Ed ha sottolineato la corrispondenza tra il desiderio dell’uomo di vedere il volto del Signore e quello di Gesù che chiede al Padre di far sì che gli uomini siano con lui. Si tratta, ha detto, di “una sorta di abbraccio sicuro, forte e dolce” verso la vita eterna. “Penso che i grandi uomini di fede vivono immersi in questa grazia, hanno il dono di percepire con particolare forza questa verità, e così possono attraversare anche dure prove, come le ha attraversate Padre Tomáš Špidlík, senza perdere la fiducia, e conservando anzi un vivo senso dell’umorismo, che è certamente un segno di intelligenza ma anche di libertà interiore”. Sotto questo profilo, ha detto Benedetto XVI, “era evidente la somiglianza” tra il card. Tomáš Špidlík e Karol Wojtyla: “Entrambi erano portati alla battuta spiritosa e allo scherzo, pur avendo avuto in gioventù vicende personali difficili e per certi aspetti simili. La Provvidenza li ha fatti incontrare e collaborare per il bene della Chiesa, specialmente perché essa impari a respirare pienamente 'con i suoi due polmoni', come amava dire il Papa slavo”. “Questa libertà di spirito - ha osservato il Papa – ha il suo fondamento oggettivo nella Risurrezione di Cristo”. Ed ha ribadito che “la speranza e la gioia di Gesù Risorto sono anche la speranza e la gioia dei suoi amici, grazie all’azione dello Spirito Santo”. “Lo dimostrava abitualmente Padre Špidlík con il suo modo di vivere, e questa sua testimonianza diventava sempre più eloquente col passare degli anni, perché, malgrado l’età avanzata e gli inevitabili acciacchi, il suo spirito rimaneva fresco e giovanile. Che cos’è questo se non amicizia con il Signore Risorto?” “Ex toto corde”, “Con tutto il cuore”. Il Papa ha quindi rivolto il pensiero al motto presente nello stemma del cardinale Špidlík: “Scegliendo questo motto, il nostro venerato Fratello poneva, per così dire, la sua vita dentro il comandamento dell’amore, la inscriveva tutta nel primato di Dio e della carità”. “L’uomo che accoglie pienamente, ex toto corde, l’amore di Dio – ha detto ancora – accoglie la luce e la vita, e diventa a sua volta luce e vita nell’umanità e nell’universo”. “Ma chi è questo uomo? Chi è questo cuore del mondo, se non Gesù Cristo?”. “E’ Lui - ha sottolineato Benedetto XVI – la Luce e la Vita”. Il Papa non ha mancato poi di ricordare che il card. Špidlík è stato membro della Compagnia di Gesù, “cioè un figlio spirituale di quel sant’Ignazio che pone al centro della fede e della spiritualità la contemplazione di Dio nel mistero di Cristo”. In questo simbolo del cuore, ha aggiunto, “si incontrano Oriente e Occidente”. Del resto, il Papa ha rammentato che Cristo è anche il “principio formale dell’arte cristiana”, un ambito che ha avuto nel card. Špidlík “ispiratore di idee e progetti espressivi che hanno trovato una sintesi importante” nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico. Il Papa ha concluso l’omelia con un’invocazione alla Vergine perché possa finalmente vedere il Volto del Signore: “La Vergine Madre di Dio accompagni l’anima del nostro venerato Fratello nell’abbraccio della Santissima Trinità, dove 'con tutto il cuore' loderà in eterno il suo infinito Amore”.Radio Vaticana