lunedì 3 maggio 2010

Il Papa a Torino. Vian: Dio sceso negli inferi per liberare dal laccio della morte le creature umane il messaggio dal segno silenzioso della Sindone

“Anche a Torino il Papa è andato, come successore di Pietro, a confermare i suoi fratelli nella fede”. Lo scrive Gian Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, nell’edizione di stasera. Nella meditazione sulla Sindone il Papa ha ricordato una riflessione tratta dall'antica tradizione cristiana sul silenzio che promana dal telo: “Sono bastate queste parole di un'omelia dei primi secoli per muovere le parole di Benedetto XVI”, parole che il Papa ha accostato a quelle di Nietzsche, tanto ripetute quanto stravolte: “Dio è morto! E noi l'abbiamo ucciso!”. Ed “ecco il vero mistero del segno racchiuso nell'enigmatico telo sepolcrale di cui Torino va orgogliosa: e cioè l'inaudita novità di colui che ha attraversato l'oscurità della morte ed è sceso negli inferi” per farvi risuonare “la voce di Dio che ha vinto per sempre il male e la morte”. “Sta allora a ciascuno - donne e uomini, giovani e anziani - imitare Cristo” per “vivere e non vivacchiare”, secondo un'espressione di Pier Giorgio Frassati, “che il Papa ha voluto ricordare ai giovani, ma parlando a tutti”. “È questo – conclude - il messaggio che discende dal segno silenzioso della Sindone, da quella immagine drammatica ma serena che rappresenta la morte di Dio denunciata da Nietzsche. Di quel Dio che è sceso negli inferi per liberare dal laccio della morte ogni creatura umana”.

SIR