AsiaNews, Asca
mercoledì 2 marzo 2011
Ucciso il ministro pakistano per le minoranze Shahbaz Bhatti. Lombardi: terribile violenza. Cristiani colpiti dall’odio, libertà religiosa è urgenza
Il ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti (nella foto con Benedetto XVI), è stato ucciso questa mattina da un commando armato. L’attentato è stato compiuto nel quartiere I-8/3 da un gruppo di uomini mascherati che hanno teso un agguato al ministro per strada. L’hanno tirato fuori dalla sua auto e hanno aperto il fuoco contro di lui a brevissima distanza, crivellandolo con 30 proiettili prima di fuggire su un’automobile. La nipote di Shabhaz Bhatti stava viaggiando con lui quando è avvenuta l’aggressione. I terroristi hanno continuato a sparare per circa due minuti. Non c’era nessun agente della sicurezza con Bhatti quando è avvenuto l’attentato. Il ministro è stato immediatamente trasportato all’ospedale Shifa, dove però i medici non sono riusciti a salvarlo. Gli assassini hanno lasciato sul luogo del delitto un manifestino: "Tehrik-e-Taliban Pakistan" (Ttp) rivendica l’assassinio di Bhatti per aver parlato contro la legge sulla blasfemia. "Tehrik-e-Taliban Pakistan" è un’organizzazione “ombrello” che raggruppa vari gruppi di militanti islamici. Un ''inqualificabile atto di violenza'', un ''fatto di violenza di terribile gravità'': così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, commenta l'assassinio del ministro pakistano per le minoranze. La sua morte, afferma in risposta alle domande dei giornalisti, ''è un nuovo fatto di violenza di terribile gravità. Esso dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e contro la libertà religiosa in generale''. ''Bhatti era il primo cattolico a ricoprire un tale incarico - ricorda ancora padre Lombardi -. Ricordiamo che era stato ricevuto dal Santo Padre nello scorso settembre e aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del suo Paese''. ''Alla preghiera per la vittima, alla condanna per l'inqualificabile atto di violenza, alla vicinanza ai cristiani pakistani così colpiti dall'odio - conclude il portavoce vaticano -, si unisce l'appello perchè tutti si rendano conto dell'urgenza della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e di persecuzione''. ''Cattolico, 42 anni, Bhatti si era sempre adoperato per il dialogo tra etnie e religioni, innescando nel Paese asiatico il dibattito sulla revisione della legge sulla blasfemia, dopo la condanna a morte della donna cristiana Asia Bibi da lui difesa con coraggio''. Radio vaticana ricorda così il ministro Bhatti. L'emittente vaticana ricorda l'udienza avuta da Bhatti lo scorso 12 settembre con Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo. ''Credo - aveva detto il ministro in quell'occasione - che cambiare la mente e il cuore delle persone sia la cosa più importante e noi abbiamo lanciato una campagna interreligiosa proprio per conseguire questo obiettivo. Stiamo facendo tutto il possibile affinchè le persone - che sono fuorviate dai terroristi o da gruppi militanti - si votino invece all'armonia e alla pace. Stiamo facendo in modo che gli appartenenti alle diverse fedi agiscano in solidarietà ed unità per sconfiggere questi elementi. Ci stiamo riuscendo, ma la strada e' ancora lunga''.