di Raffaella
La nota di oggi della Santa Sede è la benvenuta anzi, direi, doverosa! Detto questo, dispiace che ancora una volta si sia deciso di farsi scudo con il Papa. L'affermazione "non bisogna dimenticare che il Governo della Chiesa ha al suo vertice un Pontefice di giudizio profondo e prudente, la cui dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce la serenità e la fiducia che giustamente si attendono coloro che operano al servizio della Chiesa e i fedeli tutti" è assolutamente vera ma la domanda sorge spontanea: vale solo per Benedetto XVI o anche per tutti i suoi predecessori? Do' per scontato che valga per tutti e d'ora in poi mi comporterò di conseguenza citando sempre e comunque quella frase. Dispiace anche che si minacci solo in certi casi di "perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa". Mai e poi mai, nel famoso 2010, ho letto affermazioni e minacce del genere quando ad essere messo sotto accusa, vilipeso, diffamato ed oltraggiato era Benedetto XVI in persona. Eppure tante e tante volte abbiamo chiesto alla Santa Sede di tutelare il Papa con tutti i mezzi, anche legali. Che cosa ne abbiamo ricavato? Il silenzio, non certo religioso. In questa nota, così dura, manca però un elemento di fondamentale importanza. Si attaccano Nuzzi e la sua trasmissione ma non i prelati responsabili di avere diffuso una corrispondenza riservata e di avere parlato con i mass media. Piaccia o non piaccia, cari signori del Vaticano, Nuzzi è un giornalista e, come tale, fa semplicemente il suo lavoro, il suo dovere. Nel momento in cui viene in possesso di alcune lettere, è ovvio che ne faccia uso. Nel momento in cui strappa l'intervista di una "rana dalla bocca larga", è sacrosanto che la mandi in onda. La colpa di tutto ciò non è di Nuzzi! La responsabilità è di una Chiesa che non è unita e nella quale ci sono tantissimi prelati che passano il loro tempo a tramare alle spalle del prossimo. Chi ha dato le lettere al giornalista? Chi gli ha fornito informazioni sotto garanzia di anonimato? La nota se la prende con Nuzzi, ma io avrei preferito che si scrivesse a caratteri cubitali che chi, dentro la Chiesa, rema contro il Papa sarà scovato e punito in tempi rapidissimi. Pulizia, pulizia, pulizia! Provo un certo disagio nel leggere una nota del genere sapendo che non si è fatto nulla quando ad essere oltraggiato era il Papa. Piaccia o non piaccia, è ora di cambiare musica. Fuori la politica dalla Chiesa (a tutti i livelli), fuori i mercanti dal Tempio, meno attaccamento ai soldi e maggiore umiltà! Che ci siano tensioni interne, che non sono certo prerogativa del Pontificato di Papa Benedetto, è sotto gli occhi di tutti ed è inutile negarlo. Credo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. E' tempo di agire accelerando quella conversione dei cuore di cui ci parla spesso il Santo Padre.