"C’è una mentalità, un modo di vedere le cose del Vaticano per cui sembra quasi che il 'giallo' sia l’elemento dominante, la chiave per decodificare la Curia. Dopodichè, chi vuole vedere lo scandalo lo vede, sono fatti suoi". Lo afferma il card. Fernando Filoni (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in una intervista al quotidiano Corriere della Sera, in merito al cosiddetto "Vatileaks", il fatto cioè che dall’interno del Vaticano qualcuno abbia fatto passare all’esterno documenti riservati, come le discussioni intorno allo Ior e alla legge di trasparenza finanzaria. È un fatto "assai biasimevole - rimarca il cardinale - Colui che lo ha fatto naturalmente ha cercato lo scandalo. Però io penso che chi ha scritto quei documenti resi poi pubblici avesse la volontà di dire: io sostengo questo, è la mia opinione, dopodichè tutto è rimesso alla decisione del Santo Padre. Sostengono che nella Chiesa non c’è democrazia nè confronto, e quando invece emerge una discussione normale, come c’è in qualunque istituzione, diventa uno scontro o chissà cosa". Per Filoni, "la Curia romana è e deve essere al servizio delle Chiese locali, non di se stessa. Contrapporle significa riproporre schematismi tra la Curia e gli altrì che non hanno senso, sono due reatà che vanno coniugate".
Vatican Insider
Il "Papa rosso" e Vatileaks: si è voluto creare scandalo ma la Curia non è un mistero