A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Il Vangelo di questa domenica – ha evidenziato il Papa - ci presenta Gesù che guarisce i malati: dapprima la suocera di Simone Pietro, che era a letto con la febbre ed Egli, prendendola per mano, la risanò e la fece alzare; poi tutti i malati di Cafarnao, provati nel corpo, nella mente e nello spirito, ed Egli ‘guarì molti… e scacciò molti demoni’. I quattro Evangelisti sono concordi nell’attestare che la liberazione da malattie e infermità di ogni genere costituì, insieme con la predicazione, la principale attività di Gesù nella sua vita pubblica”. In effetti, ha osservato il Pontefice, “le malattie sono un segno dell’azione del male nel mondo e nell’uomo, mentre le guarigioni dimostrano che il Regno di Dio, Dio stesso è vicino. Gesù Cristo è venuto a sconfiggere il Male alla radice, e le guarigioni sono un anticipo della sua vittoria, ottenuta con la sua morte e risurrezione”. Un giorno Gesù disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. In quella circostanza, ha precisato il Santo Padre, “si riferiva ai peccatori, che Egli è venuto a chiamare e a salvare. Rimane vero però che la malattia è una condizione tipicamente umana, in cui sperimentiamo fortemente che non siamo autosufficienti, ma abbiamo bisogno degli altri”. In questo senso, secondo Benedetto XVI, “potremmo dire, con un paradosso, che la malattia può essere un momento salutare in cui si può sperimentare l’attenzione degli altri e donare attenzione agli altri! Tuttavia, essa è pur sempre una prova, che può diventare anche lunga e difficile”. "Quando la guarigione non arriva e le sofferenze si prolungano - ha detto il Papa - possiamo rimanere come schiacciati, isolati, e allora la nostra esistenza si deprime e si disumanizza. Come dobbiamo reagire a questo attacco del Male? Certamente con le cure appropriate - la medicina in questi decenni ha fatto passi da gigante - ma la Parola di Dio ci insegna - ha detto Benedetto XVI- che c'è un atteggiamento decisivo e di fondo con cui affrontare la malattia ed è quello della fede. Lo ripete sempre Gesù alle persone che guarisce: La tua fede ti ha salvato. Persino di fronte alla morte, la fede può rendere possibile ciò che umanamente è impossibile. Ma fede in che cosa? Nell'amore di Dio. Ecco la vera risposta, che sconfigge radicalmente il Male". Il Pontefice ha chiarito: “Come Gesù ha affrontato il maligno con la forza dell’amore che gli veniva dal Padre, così anche noi possiamo affrontare e vincere la prova della malattia tenendo il nostro cuore immerso nell’amore di Dio. Tutti conosciamo persone che hanno sopportato sofferenze terribili perché Dio dava loro una serenità profonda”. Il Santo Padre ha rivolto un pensiero “all’esempio recente della beata Chiara Badano, stroncata nel fiore della giovinezza da un male senza scampo: quanti andavano a farle visita, ricevevano da lei luce e fiducia!”. Tuttavia, ha sostenuto Benedetto XVI “nella malattia, abbiamo tutti bisogno di calore umano: per confortare una persona malata, più che le parole, conta la vicinanza serena e sincera”. Il Papa ha, quindi, ricordato: “Sabato prossimo, 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è la Giornata mondiale del malato. Facciamo anche noi come la gente dei tempi di Gesù: spiritualmente presentiamo a Lui tutti i malati, fiduciosi che Egli vuole e può guarirli”. Di qui l’invocazione per ottenere “l’intercessione della Madonna, specialmente per le situazioni di maggiore sofferenza e abbandono. Maria, Salute dei malati, prega per noi!”.
SIR, TMNews
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS