"Alcuni hanno letto queste fughe di documenti come manovra contro di me, forse per delegittimarmi davanti al Papa e alla Chiesa". Ma "personalmente non mi spiego questa improvvisa aggressività, dal momento che, nonostante i miei difetti, non sono cambiato: nel carattere, nello spririto di fratellanza che mi caratterizza come salesiano. Soprattutto nel mio 'bene facere' a tutti, in rigorosa e devota fedeltà al Papa che è la mia 'stella polare' ed è il superiore di tutti". Il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), in un'intervista pubblicata questa mattina sul quotidiano La Stampa, non nega l'interpretazione prevalente secondo cui l'ondata di pubblicazione quest'anno di documenti riservati della Santa Sede possa avere come obiettivo la sua persona, per il suo incarico di Primo ministro del Vaticano. "Al compimento dei 75 anni di età, nel 2009 - ha ricordato fra l'altro Bertone - ho presentato le mie dimissioni al Papa che mi ha risposto con una lettera di benevola fiducia, invitandomi a continuare. E' ovvio, però, che il mio servizio continua o si conclude secondo la volontà e la decisione di Benedetto XVI". "Il dialogo con la Cina, anche se faticoso e a corrente alternata, non si è spezzato. I contatti continuano" e "prevediamo sviluppi positivi". Bertone, fra l'altro, non ha escluso prima o poi un viaggio del Pontefice nel continente asiatico, finora non visitato. "Ci ha pensato e lo abbiamo valutato - ha riferito Bertone- più volte. E' stato invitato più volte da diversi Paesi che lui ama profondamente. Un viaggio in Asia è certamente faticoso ma non è escluso a priori". Alle polemiche sulla composizione dell’ultimo Concistoro, che ha visto l’aumento delle berrette cardinalizie del nord del mondo: "Non si può esigere che ad ogni Concistoro si faccia l’alchimia fra il nord e il sud del mondo, fra l’est e l’ovest". "La posizione della Santa Sede è che la via per risolvere conflitti e problemi, anche i più irti di difficoltà è quella del dialogo e non della guerra". Il Segretario di Stato ribadisce la "massima e costante presenza anche non pubblicizzata" del Vaticano oltre ai "ripetuti intreventi del Papa" nelle crisi mediorientali al fine di scongiurare la violenza armata, ha sottolineato che "attualmente" la preoccupazione maggiore riguarda la violenza in Siria. "Siamo preoccupati - ha detto in una intervista a la Stampa- in particolare per l'esplosione di violenza in Siria. Si rivela più urgente che mai l'impegno di tutti a favore della pace e della riconciliazione". Il Segretario di Stato sul discusso salvataggio dell’ospedale San Raffaele spiega: "A ben vedere, questo intervento ha evitato che si dichiarasse il fallimento, e ha sollecitato anche altre forze ad entrare in campo. Ha assicurato continuità al lavoro dei 4000 dipendenti, ha aiutato le loro famiglie e ha mantenuto costante il livello dei servizi assistenziali ai pazienti in cura".
TMNews - Andrea Tornielli, Vatican Insider
Bertone: il Papa a Cuba aiuterà la democrazia