giovedì 22 marzo 2012

Il Papa in Messico e a Cuba. Mons. Rabago: clima di attesa di incontenibile gioia. Le sue parole in continuità con il discorso inaugurale di Aparecida

Il grande giorno è arrivato: domani pomeriggio (in Italia tarda serata) Benedetto XVI arriverà in Messico, nella prima tappa del suo ventitreesimo viaggio apostolico, che si concluderà il 29 marzo, dopo tre giorni anche nell'Isola di Cuba. In particolare, le città messicane di Guanajuato e Leon, per la prima volta toccate da un Papa, contano ormai i minuti per stringere in un affettuoso abbraccio il Successore di Pietro. Enormi manifesti, infatti, con scritte come “Papa Benedetto, ti accogliamo a braccia aperte” tappezzano le città messicane vestite a festa per questo evento unico che rappresenta “una grazia per tutto il nostro Paese, colpito dalla violenza”, come hanno affermato Carlos e Rosa, coppia di sposi che parteciperà con la propria famiglia ai vari incontri con il Pontefice, in un'intervista per Radio Vaticana. “Sentiamo che il Papa, che viene in nome di Gesù Cristo, porterà qualcosa di importante per il bene della famiglia - ha detto la coppia - per fermare il fenomeno di disintegrazione che c’è oggi del nucleo familiare. Valori fondamentali da insegnare ai nostri figli”. Il Pontefice, dunque, messaggero di pace e di speranza in un Paese dove la gente cerca ogni giorno di uscire dall’emergenza sociale fatta di violenza, soprusi, sequestri, omicidi. “La presenza e le parole del Santo Padre potranno essere un modo per rifondare il Paese sui valori cristiani della fratellanza e della pacifica convivenza”, ha scritto infatti uno dei maggiori quotidiani del Messico. “Io credo che il Papa verrà a dare continuità al lavoro iniziato nella V Conferenza generale dell’episcopato latino-americano di Aparecida”, ha dichiarato, invece, a Radio Vaticana, l’arcivescovo di Leon, mons. Martin Rabago. “Non conosco le parole che il Santo Padre ci rivolgerà – ha detto - ma sono sicuro che saranno parole in continuità con il discorso inaugurale che tenne ad Aparecida; in modo particolare, riguardo alla situazione drammatica relativa alla violenza che sta vivendo il Messico, invitandoci soprattutto a cercare di creare una soluzione più fraterna, più solidale, dalla quale possa nascere quella pace che tanto aneliamo e porti al superamento dei problemi dai quali nasce la violenza”. Quella della violenza è, in Messico, una vera e propria piaga, drammatica manifestazione di altri problemi più profondi come la disuguaglianza sociale, la mancanza di opportunità o la corruzione. “Tutto questo deve essere tenuto in conto - ha affermato il prelato - riferendoci a quelle che saranno le parole del Papa, dobbiamo impegnarci a costruire, partendo dal Vangelo, una società che abbia una visione più cristiana”. Diventa urgente, in tal senso, rafforzare l’evangelizzazione perché, ha spiegato mons. Rabago: “Una fede che viene vissuta soltanto con l’impulso della tradizione è fragile”. Leòn è una città che vanta una solida tradizione cattolica, dove è presente la percentuale più alta di credenti nella Repubblica del Messico: circa il 94 % della popolazione. Una religiosità, però, molto popolare, per cui “c’è bisogno di rafforzare i valori che caratterizzano il nostro credo, attraverso l’evangelizzazione, centrata nella Parola di Dio e nei Sacramenti, affinché non vi sia soltanto una fede fatta di emozioni e di folklore, ma radicata nei valori concreti della vita familiare, della vita sociale, della vita politica, della vita economica”. Descrivendo il clima di attesa di “incontenibile gioia” che la gente di Leòn sta vivendo per questo primo incontro con il Papa, l’arcivescovo ha spiegato che la novità della visita papale ha fatto sì che tutta la città si mettesse in movimento: "C’è già una tale mobilitazione, uno spirito di cooperazione, una forte disponibilità da parte delle persone nel collaborare e aiutare in tutto quanto sia necessario per poter dare il migliore benvenuto al Papa”. Previste, dunque, numerose manifestazioni caratteristiche della cultura messicana per esprimere il proprio affetto a Benedetto XVI. Tra queste: gruppi musicali “mariachi”, tipici del Messico, che riceveranno il Papa all’aeroporto e lo accompagneranno durante il tragitto che percorrerà con la Papamobile. Il Santo Padre, ha confermato mons. Rabago, verrà poi accolto con manifestazioni folkloristiche, danze e le cosiddette porras, ovvero “manifestazioni vissute insieme, in coro, per esprimere la propria gioia riguardo a qualche avvenimento”. Quindi: “Porras per il Papa: per esprimere la nostra gioia di averlo fra di noi!”.

Zenit

Viaggio in Messico, domani l'arrivo del Papa. L'arcivescovo di León: costruire una società più giusta e fraterna