Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i presuli delle regioni VII, VIII e IX della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti d’America, che sta ricevendo in questi mesi, in separate udienze, in occasione della Visita "ad limina Apostolorum". Il Papa ha accolto la visita dei vescovi statunitensi come un’occasione per riflettere su “certi aspetti dell’evangelizzazione della cultura americana alla luce delle sfide etiche ed intellettuali del momento attuale”. Poi ha ricordato i precedenti discorsi ai vescovi americani, in cui aveva dato voce alla preoccupazione circa le minacce alla “libertà di coscienza, religione e culto” che “chiedono di essere urgentemente affrontate perché tutti gli uomini e le donne di fede e le istituzioni che essi promuovono possano agire in accordo con le loro più profonde convinzioni morali”. Con riferimento ad un tema trattato durante il suo viaggio apostolico del 2008, Benedetto XVI ha ricordato “la crisi contemporanea del matrimonio e della famiglia e più generalmente della visione cristiana della sessualità umana". "E' sempre più evidente - ha detto Benedetto XVI - che che un minor apprezzamento dell'indissolubilità del contratto matrimoniale e il diffuso rifiuto di un'etica sessuale responsabile e matura, fondata nella pratica della castità, hanno portato a gravi problemi sociali che comportano un costo umano ed economico immenso". Ricordando il Beato Giovanni Paolo II, che nella "Familiaris consortio" affermava che “il futuro dell’umanità passa per la famiglia”, Benedetto XVI ha denunciato le “potenti correnti politiche e culturali che stanno tentando di alterare la definizione legale di matrimonio. Lo sforzo coscienzioso della Chiesa di resistere a questa pressione chiama ad una ragionata difesa del matrimonio come istituzione naturale che consiste in una specifica comunione di persone, essenzialmente radicate nella complementarietà dei sessi e orientata alla procreazione", ha detto Benedetto XVI ai vescovi. "Le differenze sessuali non possono essere considerate irrilevanti nella definizione del matrimonio. Difendere l'istituzione del matrimonio come realtà sociale è in definitiva una questione di giustizia, poiché comprende la salvaguardia del bene dell'intera comunità umana così come i diritti dei genitori e dei figli". Il Pontefice, tuttavia, ha anche preso atto della difficoltà della Chiesa nell’insegnare il giusto approccio al sacramento del matrimonio. Una difficoltà dovuta soprattutto ai “limiti nelle catechesi degli ultimi decenni, che non sono riuscite a comunicare la ricca eredità dell’insegnamento cattolico sul matrimonio come istituzione naturale, elevata da Cristo alla dignità di sacramento”. "In questo contesto - ha aggiunto il Papa - non possiamo dimenticare il grave problema pastorale presentato dalla pratica diffusa della convivenza, spesso da coppie che sembrano inconsapevoli che è gravemente peccaminosa, per non dire dannosa per la stabilità della società". Il Pontefice ha incoraggiato quindi i presuli a dare “testimonianza” della “morale cristiana, mostrando sensibilità e preoccupazione per le giovani coppie”. In questo senso sono molto apprezzate le attività promosse dalla Chiesa a sostegno delle famiglie che vivono situazioni di difficoltà, soprattutto per i divorziati e i separati, i genitori single, la ragazze-madri, le donne che sono in procinto di abortire e i bambini che “soffrono per gli effetti tragici del fallimento di una famiglia”. “In questo enorme sforzo pastorale - ha ribadito il Papa -, vi è un urgente bisogno che tutta la comunità cristiana sappia di nuovo apprezzare la virtù della castità”. Ed ha aggiunto: “Non è solo una questione di presentare argomenti, ma di fare appello a un sistema integrato, ad una visione coerente ed edificante della sessualità umana. La ricchezza di questa visione è più sana e più attraente delle ideologie permissive esaltate in alcuni ambienti; esse finiscono per costituire una forma potente e distruttiva di contro-catechesi per i giovani”. I giovani "devono conoscere l'insegnamento della Chiesa nella sua integrità, per quanto impegnativo e contro-culturale esso possa essere; ciò che è più importante, devono vederlo impersonato da coppie di fedeli sposati che testimoniano credibilmente questa verità". I giovani, ha proseguito Benedetto XVI, "hanno bisogno di essere sostenuti mentre si sforzano di fare scelte sagge in un momento difficile e confuso della loro vita. La castità, come ci ricorda il Catechismo, richiede 'l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana'. In una società che tende sempre più a equivocare e addirittura ridicolizzare questa dimensione essenziale dell'insegnamento cristiano - ha detto il Papa - i giovani devono essere rassicurati che 'se lasciamo entrare Cristo nelle nostre vite, non perdiamo nulla, assolutamente nulla, di ciò che rende la nostra vita libera, bella e grande'". I bambini hanno un "diritto fondamentale" a "crescere con una comprensione sana della sessualità e del posto che le corrisponde nei rapporti umani". "I bambini - ha proseguito Benedetto XVI - sono il più grande tesoro e il futuro della società: curarsi veramente di loro significa riconoscere la nostra responsabilità di insegnare, difendere e vivere le virtù morali che sono la chiave della realizzazione umana. E' mia speranza che la Chiesa negli Stati Uniti, per quanto penalizzata dagli eventi del passato decennio - ha detto il Papa - persevererà nella sua storica missione di educare i giovani e così contribuire al consolidamente di quella sana vita famigliare che è la garanzia più sicura della solidarietà intergenerazionale e la salute della società nel suo insieme".
Zenit, SIR, TMNews