A mezzogiorno di oggi, III Domenica di Quaresima, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima riferisce – nella redazione di San Giovanni – il celebre episodio di Gesù che scaccia dal tempio di Gerusalemme i venditori di animali e i cambiamonete”, ha ricordato il Papa. Il fatto, riportato da tutti gli evangelisti, “avvenne in prossimità della festa di Pasqua e destò grande impressione sia nella folla, sia nei discepoli”. Ma “come dobbiamo interpretare questo gesto di Gesù?”. Anzitutto, ha spiegato il Pontefice, “va notato che esso non provocò alcuna repressione dei tutori dell’ordine pubblico, perché fu visto come una tipica azione profetica: i profeti infatti, a nome di Dio, denunciavano spesso abusi, e lo facevano a volte con gesti simbolici”. Il problema, semmai, era “la loro autorità”. Ecco perché “i Giudei chiesero a Gesù: ‘Quale segno ci mostri per fare queste cose?’, dimostraci che agisci veramente a nome di Dio”. “La cacciata dei venditori dal tempio – ha ricordato il Santo Padre - è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Gesù nella linea del movimento degli zeloti. Questi erano, appunto, ‘zelanti’ per la legge di Dio e pronti ad usare la violenza per farla rispettare. Ai tempi di Gesù attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei Romani. Ma Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo tradì”. In realtà, ha chiarito Benedetto XVI “è impossibile interpretare Gesù come un violento: la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’anticristo. La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza”. Di qui l’invito ad ascoltare le parole che Gesù disse compiendo quel gesto: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”. I discepoli allora si ricordarono che sta scritto in un Salmo: “Mi divora lo zelo per la tua casa”. “Questo salmo – ha evidenziato il Papa - è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che paga di persona, non quello che vorrebbe servire Dio mediante la violenza”. Infatti, “il ‘segno’ che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione. ‘Distruggete questo tempio – disse – e in tre giorni lo farò risorgere’. E San Giovanni annota: ‘Egli parlava del tempio del suo corpo’”. Con la Pasqua di Gesù, ha sostenuto il Pontefice, “inizia un nuovo culto, il culto dell’amore, e un nuovo tempio che è Lui stesso, Cristo risorto, mediante il quale ogni credente può adorare Dio Padre ‘in spirito e verità’”. Il Pontefice ha, quindi, ricordato: “Lo Spirito Santo ha iniziato a costruire questo nuovo tempio nel grembo della Vergine Maria. Per sua intercessione, preghiamo perché ogni cristiano diventi pietra viva di questo edificio spirituale”.
SIR
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS