mercoledì 11 luglio 2012

Lewy: Israele grato al Papa per aver alleviato responsabilità degli ebrei per crocifissione di Gesù. Un uomo forte, non si lascia scuotere facilmente

L'ambasciatore uscente di Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, ha sottolineato l'importanza attribuita dal suo paese al passaggio che nel suo libro "Gesù di Nazaret" il Papa ha dedicato al 'deicidio' attribuito da una parte della tradizione cattolica agli ebrei. Il diplomatico, che andrà in pensione e verrà sostituito nel giro di una settimana da un nuovo ambasciatore, ha incontrato la stampa per un briefing nel quale ha tracciato un bilancio del suo mandato. "Da un punto di vista professionale il mio incarico è stato molto più interessante di quello che mi sarei aspettato", ha detto Lewy, che ha citato al proposito il viaggio del Papa in Terra Santa nel 2009, la visita alla Sinagoga di Roma del 2010 e, un punto "non menzionato abbastanza", "l'alleviamento papale della responsabilità degli ebrei per la crocifissione nel secondo volume della sua biografia di Gesù di Nazaret". Un'idea, ha sottolineato l'ambasciatore, già presente nel Concilio Vaticano II, ma ribadita efficacemente da Papa Ratzinger. Nel libro citato, il Papa spiega che l'espressione usata nel Vangelo dei "giudei" come accusatori di Gesù non ha "carattere razzista" (e del resto "Giovanni stesso, per quanto riguarda la nazionalità, era Israelita, ugualmente come Gesù e tutti i suoi") e che "in ogni caso con ciò non è indicato 'il popolo' degli Ebrei come tale". L'ambasciatore Lewy ha ricordato che, dopo la pubblicazione del volume del Papa, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inviato un messaggio di apprezzamento al Papa e non è escluso, ma il diplomatico ha precisato che si trattava di una sua interpretazione, che anche la successiva decisione del premier israeliano di regalare al Papa un grande olivo che ora è piantato nei giardini del Vaticano sia stato una forma di ringraziamento per lo stesso motivo. Nella breve introduzione del suo briefing con la stampa, Lewy si è soffermato su due questioni di natura ecclesiale che hanno incidenza sulle relazioni bilaterali israelo-vaticane e, a suo avviso, andrebbero perciò affrontate nel prossimo futuro. Primo, il fatto che, nonostante l'aumento degli immigrati cristiani in Israele (russi, filippini, ecc) che lascia prevedere, in futuro, una maggioranza non araba di cristiani israeliani, il responsabile dei 'giudeo-cristiani', il gesuita David Neuhaus, sia vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini con l'incarico di seguire questa comunità. "Si potrebbe promuoverlo da vicario a vescovo", ha detto Lewy. In secondo luogo, il fatto che addirittura dal 1293, con la conquista dei mammelucchi, la sede cristiana di Nazareth non sia una diocesi ma solo sede titolare del vescovo pugliese di Trani e Barletta. Interpellato dai cronisti sui più disparati temi di attualità, l'ambasciatore, ricevuto in udienza di congedo dal Papa lo scorso 28 giugno, ha smentito un suo coinvolgimento nella decisione del memoriale della Shoah di Gerusalemme, Yad Vashem, di modificare la didascalia che accompagna la foto di Pio XII. Lewy ha poi contestato l'idea che ha ultimamente allarmato gli ambienti diplomatici palestinesi che la Santa Sede volesse riconoscere indirettamente la giurisdizione israeliana su Gerusalemme Est. Il diplomatico israeliano ha anche risposto ad una domanda su 'Vatileaks' e l'effetto sul Papa. "E' un uomo forte, non penso si lasci scuotere facilmente".

TMNews