“Un testo abbastanza ampio che prenderà in esame tutte le questioni cruciali del Medio Oriente, in particolare la pace, l’emigrazione, la libertà religiosa, la convivenza tra le varie Confessioni e le diverse religioni, la cittadinanza, viste nell’ottica del bene di tutti i cittadini del Medio Oriente”. Così mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad, parla all'agenzia SIR dell’Esortazione Apostolica post-sinodale per il Medio Oriente, frutto dell’Assemblea speciale del Sinodo svoltosi in Vaticano nel 2010, che Benedetto XVI promulgherà nel corso del suo viaggio apostolico in Libano (14-16 settembre). Partendo dai documenti conclusivi di quel Sinodo cui prese parte, il “Messaggio al popolo di Dio” e le 44 “Propositiones”, mons. Warduni esprime la convinzione che “l’Esortazione chiederà l’amore tra gli uomini, non fa differenza se cristiani, musulmani, ebrei, poiché tutti siamo figli di Dio”. “Tutti i cittadini mediorientali - dice - desiderano vivere nella stabilità, in sicurezza, nel diritto e nella libertà. Le religioni possono fare molto per costruire la pace nella regione, ma non devono essere strumentalizzate a fini politici, non devono essere motivo di violenza e di divisione”. Alle Chiese, invece, il documento chiederà “l’unità. Se vogliamo il bene dei cristiani dobbiamo unirci per servire i nostri fedeli e aiutarli a restare nelle loro terre”.
SIR
MEDIO ORIENTE - L'urgenza dell'unità: mons. Warduni (Baghdad) parla dell'Esortazione post-sinodale