venerdì 13 luglio 2012

Spunta l'ipotesi della tappa in Paraguay, terra mariana e cuore del Sud America, in occasione del viaggio di Benedetto XVI a Rio de Janeiro per la GMG

Spunta la tappa mariana del Paraguay. Il viaggio del Santo Padre in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù 2013 non è ancora definito e accanto alla meta di Rio de Janeiro sono state avanzate diverse ipotesi: il Cile (regione martoriata dalle calamità naturali), la Colombia (a Bogotà c’è il Centro delle Conferenze Episcopali latinoamericane anche se l’altitudine è proibitiva) e Panama (il Centro America è stato, però, oggetto dell’ultimo viaggio nel continente). Anche il Paraguay diventa una destinazione possibile in concomitanza con la GMG perché l’Oea, Organizzazione degli Stati americani, ha ammorbidito la sua posizione nei confronti del governo guidato da Federico Franco: l’informativa del segretario generale José Miguel Insulsa ha sottolineato il ritorno alla normalità dopo le tensioni per il giudizio politico al presidente della Repubblica. Secondo Stato americano più povero dopo Haiti, il Paese, che dista un’ora e mezza da Rio de Janeiro, ha bisogno della parola del Pontefice, una parola che riporti al centro della vita dell’uomo la questione di Dio. Il Paraguay è il cuore del Sud America, terreno fertile per la prima evangelizzazione portata dai gesuiti e culla del cattolicesimo. Nell’Anno della fede è bello pensare a Benedetto XVI là dove nel Seicento e nel Settecento i missionari gesuiti, evangelizzando gli indios (oggi sono circa 110mila), ricrearono delle città che vivevano sullo stile e nello spirito delle prime comunità cristiane. È anche una terra mariana con la sua capitale Asunción (foto), prima diocesi nata in Sud America, dedicata alla Vergine e fondata il 15 agosto del 1737, con la città di Concepción a nord ed Encarnación a sud. La devozione alla Madonna si può scorgere anche nel santuario di Caacupè dove più di un milione di persone ogni anno, l’8 dicembre, si recano in pellegrinaggio per mantenere fede a una promessa. La storia stessa del Santuario di Caacupè è significativa: lì nel 1600 l’indigeno Josè scolpì sul legno l’effigie della Madonna che l’aveva salvato. Nel 2013 Benedetto XVI potrebbe essere ricevuto da due presidenti: quello in carica (Federico Franco, cattolico, difensore della vita e vicino al movimento di Comunione e Liberazione) e quello che sarà eletto in aprile ma prenderà pieno possesso in agosto: il presidente della Repubblica fa il giuramento alla nazione il giorno dell’Assunta. A proposito dei valori e dei principi non negoziabili, lo Stato sudamericano, rispetto alle vicine nazioni dell’Argentina e dell’Uruguay, si è rifiutato di legiferare su alcuni temi sensibili in Vaticano, vedi l’unione degli omosessuali. Anzi la destituzione del presidente Lugo è stata un sospiro di sollievo per la Santa Sede, preoccupata dall’asse politico con la Bolivia, l’Ecuador e il Venezuela. La stessa presidenza dell’ex vescovo Lugo, che con la sua candidatura aveva diviso la Chiesa locale, non avrebbe certo agevolato il viaggio di Benedetto XVI. Non è un mistero che la Conferenza Episcopale avesse richiesto già nel 2011, in occasione del bicentenario dell’indipendenza, la presenza del Pontefice. Il 2013 segna anche due anniversari importanti per il Paraguay: il 25° del viaggio di Giovanni Paolo II che secondo molti politologi agevolò la defenestrazione, l’anno successivo, del dittatore Stroessner, e il 25° della canonizzazione di Roque Gonzalez de Santa Cruz, sacerdote gesuita (morì martire nel 1628) e primo Santo paraguayano; la sua esperienza si ricollega al tema delle reducciones, patrimonio storico e religioso caro allo studioso Joseph Ratzinger. I paraguayani, in un momento complesso della loro vita, hanno la necessità di ascoltare una parola di speranza cristiana e non solo promesse sociali; i giovani in particolare aspettano di poter accogliere, nel territorio della prima evangelizzazione, l’annuncio dell’evangelista Matteo “Andate e fate discepoli tutti i popoli”.

Luciano Zanardini, Vatican Insider