sabato 8 settembre 2012

Il Papa: Maria un modello e un punto di riferimento per la Chiesa, che in Lei riconosce se stessa, la propria vocazione e la propria missione

Questa mattina, nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti al 23° Congresso Mariologico Mariano Internazionale, che si svolge in questi giorni presso la Pontificia Università Antonianum di Roma, in occasione del 50° anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II. “La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive” è il tema su cui ha riflettuto il Congresso che, iniziato il 4 settembre, si conclude domani. All'inizio del suo discorso, il Papa ha rivolto un cordiale saluto al card, Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e presidente del Congresso, al card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, al presidente e alle autorità accademiche della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Il Beato Giovanni XXIII ha voluto che il Concilio Vaticano II si aprisse proprio l’11 ottobre, “nello stesso giorno in cui, nel 431, il Concilio di Efeso aveva proclamato Maria 'Theotokos', Madre di Dio”. Per ricordare quello straordinario avvenimento, il prossimo 11 ottobre si aprirà l’Anno della fede, indetto con il Motu Proprio "Porta fidei", in cui presentando Maria come modello esemplare di fede, “invoco - ha detto il Papa - la Sua speciale protezione e intercessione sul cammino della Chiesa, affidando a Lei, beata perché ha creduto, questo tempo di grazia”, “Anche oggi, cari fratelli e sorelle, la Chiesa gioisce nella celebrazione liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, la Tutta Santa, aurora della nostra salvezza”. Benedetto XVI ha quindi ripercorso il senso della festa odierna, la Natività di Maria, riprendendo Sant’Andrea di Creta, vissuto tra il VII e l’VIII secolo, che presenta questa festa “come un tassello prezioso dello straordinario mosaico che è il disegno di salvezza dell’umanità”. Sant’Andrea di Creta ricorda, infatti, che "il vero significato e il fine di quest’evento è l’Incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio". Questa antica testimonianza, nota il Pontefice, porta al cuore del tema su cui il Congresso Mariologico Mariano Internazionale riflette e che il Concilio Vaticano II volle sottolineare già nel titolo del Capitolo VIII della Costituzione dogmatica sulla Chiesa "Lumen gentium": "La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa". Si tratta dell’”intimo collegamento fra i misteri della fede cristiana” che il Concilio ha indicato “come orizzonte” per comprendere i singoli elementi “del patrimonio della fede cattolica”. "Nel Concilio, a cui presi parte da giovane teologo come esperto - ha confidato il Pontefice - ebbi modo di vedere i vari modi di affrontare le tematiche circa la figura e il ruolo della Beata Vergine Maria nella storia della salvezza. Nella seconda sessione del Concilio un nutrito gruppo di Padri chiese che della Madonna si trattasse in seno alla Costituzione sulla Chiesa, mentre un altrettanto numeroso gruppo sostenne la necessità di un documento specifico che mettesse adeguatamente in luce la dignità, i privilegi e il singolare ruolo di Maria nella redenzione operata da Cristo". Con la votazione del 29 ottobre 1963, si decise di arricchire lo schema della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa con il capitolo sulla Madre di Dio, nel quale la figura della Vergine, riletta a partire dalla Parola di Dio, dai testi della tradizione patristica e liturgica e dalla riflessione teologica e spirituale, appare “strettamente inserita nei misteri fondamentali della fede cristiana”: “Maria, di cui è sottolineata innanzitutto la fede, è compresa nel mistero di amore e di comunione della SS. Trinità; la sua cooperazione al piano divino della salvezza e all’unica mediazione di Cristo è chiaramente affermata e posta nel giusto rilievo, facendone così un modello e un punto di riferimento per la Chiesa, che in Lei riconosce se stessa, la propria vocazione e la propria missione”. Il testo conciliare pur non avendo esaurito tutte le problematiche relative alla figura della Madre di Dio, “costituisce l’orizzonte ermeneutico essenziale per ogni ulteriore riflessione”. Ed è, ha notato il Papa, anche “un prezioso punto di equilibrio, sempre necessario, tra la razionalità teologica e l’affettività credente”. Quindi la figura della Madre di Dio deve essere “approfondita da prospettive diverse e complementari": mentre rimane sempre valida “la via veritatis - ha affermato - non si può non percorrere anche la 'via pulchritudinis' e la 'via amoris'” per contemplare ancor più profondamente la fede solida di Maria, il suo amore per Dio, la sua speranza incrollabile. "Per questo - ha chiarito Benedetto XVI - nell'Esortazione Apostolica 'Verbum Domini', ho rivolto un invito a proseguire sulla linea dettata dal Concilio, invito che rivolgo cordialmente a voi, cari amici e studiosi. Offrite - ha concluso - il vostro competente contributo di riflessione e di proposta pastorale, per far sì che l'imminente Anno della fede possa rappresentare per tutti i credenti in Cristo un vero momento di grazia, in cui la fede di Maria ci preceda e ci accompagni come faro luminoso e come modello di pienezza e maturità cristiana a cui guardare con fiducia e da cui attingere entusiasmo e gioia per vivere con sempre maggiore impegno e coerenza la nostra vocazione di figli di Dio, fratelli in Cristo, membra vive del suo Corpo che è la Chiesa".

Radio Vaticana, Agi

UDIENZA AI PARTECIPANTI AL 23° CONGRESSO MARIOLOGICO MARIANO INTERNAZIONALE - il testo integrale del discorso del Papa