lunedì 24 settembre 2012

Il Magistero del Papa sull'ascolto della Parola di Dio: superare la nostra sordità per quelle parole che non si accordano con i nostri pregiudizi e le nostre opinioni

La Parola di Dio è sempre di luce, dipende da come la si ascolta. È questo l’insegnamento che si desume dalla pagina del Vangelo proposta dalla liturgia di oggi. “Nessuno – si legge nel brano di Luca – accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce..Fate attenzione dunque a come ascoltate”. Su questi aspetti, Benedetto XVI ha spesso esortato i cristiani a compiere un percorso di maturazione. Linguaggio in parabole per il pubblico e spiegazioni con diverso stile comunicativo in privato, per i suoi discepoli. Il Vangelo restituisce questa come linea generale di insegnamento del Maestro. Le parabole di Gesù, criptiche all’apparenza, sono un distillato di sapienza che ha però bisogno, per essere comprese, di un requisito particolare e dunque difficilmente riscontrabile a livello di massa: la disposizione all’ascolto con il cuore. “Fate attenzione a come ascoltate”, mette in guardia Gesù coloro che lo attorniano nella scena descritta del Vangelo di Luca. Un valore, quello dell’ascolto della Parola di Dio, che da quei giorni del primissimo annuncio a oggi ha visto soffermarsi Dottori della Chiesa, Santi, teologi, Papi, non ultimo Benedetto XVI.
C’è chi ascolta superficialmente la Parola ma non l’accoglie; c’è chi l’accoglie sul momento ma non ha costanza e perde tutto; c’è chi viene sopraffatto dalle preoccupazioni e seduzioni del mondo; e c’è chi ascolta in modo recettivo come il terreno buono: qui la Parola porta frutto in abbondanza” (Angelus, 10 luglio 2011).
La parabola del Seminatore, ricordata qui dal Papa, è una limpida cartina di tornasole. Perché la Parola di Dio rischiari tutta la casa, e non sia l’inutile punto-luce messo in un angolo, è necessario la Parola diventi per un cristiano un cibo ruminato con costanza da solo e comunitariamente, con la meditazione e la vita dei Sacramenti.
“Ascoltare insieme la parola di Dio; superare la nostra sordità per quelle parole che non si accordano con i nostri pregiudizi e le nostre opinioni; tutto ciò costituisce un cammino da percorrere per raggiungere l’unità nella fede, come risposta all’ascolto della Parola” (25 gennaio 2007, Vespri a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani).
La comprensione della Parola di Dio è un dono di Dio stesso. Tuttavia, afferma Gesù nel Vangelo di Luca, “non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce”. Una garanzia del fatto che quel seme, al di là del terreno che lo accoglierà, deve essere comunque gettato ne solchi dei cuori dalla Chiesa di ogni tempo.
“E’ una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile” (All'Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 14 maggio 2011).

Radio Vaticana