martedì 9 ottobre 2012

Maltrattamenti e abusi tra il 1930 e il 1970 in collegi della Svizzera gestiti da religiosi. Portavoce vescovi: fare giustizia alle vittime, riconoscere il male commesso e soprattutto fare luce su quel passato

Una situazione che riguarda “un’epoca passata”. Ciò non toglie però assolutamente il fatto che “occorre fare giustizia alle vittime, riconoscere il male commesso e soprattutto fare luce su quel passato”. Risponde così Walter Müller interpellato dall'agenzia SIR riguardo ai due Rapporti che la scorsa settimana sono stati pubblicati nel cantone di Lucerna (diocesi di Basilea) e che hanno fatto emergere una serie di punizioni a volte anche ai limiti della tortura, maltrattamenti e abusi sessuali commessi negli anni fra il 1930 e il 1970 nei collegi all’epoca gestiti dagli ordini religiosi. I due Rapporti sono stati curati uno dal Consiglio di Stato del cantone e l’altro dalla chiesa locale e sono stati presentati insieme. Il portavoce della Conferenza Episcopale svizzera ricorda che sul fronte della lotta agli abusi sessuali commessi da personale religioso, i vescovi hanno intrapreso una strada di non ritorno, pubblicando “due anni fa un documento in cui si esplicitavano le procedure da seguire nelle diocesi e si invitavano le vittime a presentare le proprie denunce. Si sono pertanto istituiti nelle diocesi luoghi in cui le vittime possono presentare le proprie denunce ad esperti indipendenti appositamente formati”. La situazione in realtà è molto complessa perché riguarda da una parte gli abusi commessi nell’ambito di una relazione pastorale, dall’altra gli abusi commessi nelle istituzioni educative e nei collegi molti dei quali oggi non sono più gestiti dagli ordini religiosi. Il vicario vescovile Ruedi Heim, della diocesi di Basilea (che si estende anche sul canton Lucerna) ha espresso il suo rincrescimento per le ingiustizie inflitte e ha chiesto perdono. Finalmente è stato documentato il punto di vista delle vittime, ha detto. Scandali di questo tipo - ha argomentato oggi il portavoce dei vescovi svizzeri Muller - hanno inevitabilmente delle ripercussioni sull’opinione pubblica “ma certamente - aggiunge - la nostra priorità ora non è salvare l’immagine della Chiesa ma salvaguardare le vittime e dar loro giustizia”.

SIR