giovedì 28 febbraio 2013

Benedetto XVI saluta uno per uno i 144 cardinali presenti nella Sala Clementina. L'emozione di alcuni porporati, la cordialità nelle parole e nei gesti del Papa

Al termine del breve discorso di commiato del Papa, i 144 cardinali presenti oggi nella Sala Clementina, sono sfilati uno ad uno davanti a Benedetto XVI-Joseph Ratzinger. Non ha tradito particolari predilezioni, l'anziano Pontefice dimissionario, mentre rispondeva alle frasi di saluto e gratitudine che i porporati gli bisbigliavano. Solo con il card. Stanislaw Dziwisz è stato lui a parlare per primo, forse per sollevare lo storico segretario di Giovanni Paolo II dall'imbarazzo di qualche frase "dal sen fuggita", e poi prontamente smentita, sullo "scendere dalla Croce" di un Papa che rinuncia. A strappare più di un sorriso a Papa Benedetto è stato invece il filippino Luis Antonio Tagle, quello che piangeva al Concistoro del 24 novembre scorso, nel ricevere la berretta, e che il Papa dovette consolare. Il card. Tagle ha sussurrato a lungo all'orecchio del Pontefice dimissionario, strappandogli poi una bella risata. A farlo sorridere con un'espressione di gratitudine è riuscito anche il cardinale austriaco Christopher Schoenborn, il suo allievo nella teologia e sostenitore nella lotta alla pedofilia. Sorridente però il Papa lo è stato con tutti, rispondendo con garbo e attenzione a ciascuno, Scola ad esempio è stato a colloquio qualche istante di più degli altri. Al presidente della CEI, Angelo Bagnasco, che lo salutava, il Pontefice ha risposto battendogli affettuosanente un braccio. I capi dicastero Sandri e Piacenza sono stati trattenuti meno, anche se nei pochi secondi hanno parlato in fretta, come se dovessero dire qualcosa d'importante al Papa. Quasi attoniti due papabili più accreditati d'Oltreoceano, il brasiliano Odilo Scherer e lo statunitense Sean O'Malley, campione con Schoenborn della lotta alla pedofilia e molto amato in America Latina per il grande lavoro fatto negli Usa in aiuto dei latinos. Il più emozionato di tutti però era certamente Marc Ouellet, il religioso sulpiziano canadese chiamato due anni fa a guidare la Congregazione dei vescovi. Molto ratzingeriano anche nei modi, ha salutato con garbo e senza dir nulla è andato via quasi subito.

Vatican Insider