domenica 3 febbraio 2013

La bufera degli abusi sessuali compiuti dal clero investe anche la Chiesa in Polonia. La vicinanza di alcuni sospettati all'entourage di Wojtyla troppo a lungo ha reso ardue le indagini. La scure di Joseph Ratzinger

Sos abusi nel clero polacco: in arrivo un nuovo scandalo pedofilia per la Chiesa Cattolica. "In Polonia potrebbero esserci migliaia di vittime di preti pedofili”, scrive il giornalista olandese Ekke Overbeek nel suo libro Lękajcie się (“Abbiate paura”). “È una bomba a orologeria all’interno della Chiesa?”, si domanda il quotidiano polacco Polska. L’autore del libro descrive le vite distrutte di dodici vittime di abusi sessuali e condanna duramente la Chiesa polacca, ancora molto influente nel Paese, accusandola di “non aver fatto praticamente nulla” per sradicare la pedofilia dai suoi ranghi. " Nella Chiesa gli abusi sessuali sono sempre anche una forma di abuso di potere", denunciò a settembre l'ex promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, Charles Scicluna, oggi vescovo ausiliare di Malta. Parole utili a capire cosa cosa stia accadendo in queste ore in Polonia e negli Stati Uniti in termini di "purificazione" anti-abusi. Il fronte della lotta alla pedofilia ingaggiata da Benedetto XVI, che si sta spostando in Polonia, dove la vicinanza di alcuni sospettati all'entourage di Papa Wojtyla troppo a lungo ha reso ardue le indagini. E' la stessa ragione per la quale il caso Maciel era stato colpevolmente "congelato" fino all'elezione di Benedetto XVI. Ora si sta finalmente alzando il tiro: non ci si limita più a individuare i colpevoli materiali dei delitti ma si colpisce duramente anche chi li ha coperti, senza guardare in faccia a nessuno. Per questo nel giro di poche settimane le cronache hanno visto visto "cadere", dopo oltre una sessantina di vescovi rimossi, anche le teste di due cardinali. Il primate irlandese Sean Brady, che aveva omesso, quando era un giovane sacerdote incaricato di indagini su casi di pedolfilia, la denuncia alla Santa Sede del proprio vescovo colpevole di insabbiamento, adesso si è visto estromettere dalla cura pastorale della sua diocesi con l'arrivo di un coadiutore con pieni poteri. E' stato sanzionato anche l'arcivescovo emerito di Los Angeles, card. Roger Mahony: l'attuale arcivescovo Josè Gomez (in accordo con Benedetto XVI) lo ha sollevato da tutti gli incarichi amministrativi e dalla possibilità di presiedere le celebrazioni pubbliche, avendolo riconosciuto responsabile dell'insabbiamento di centinaia di casi. "Si tratta di una vera e propria svolta perché in precedenza due altri cardinali coinvolti nello scandalo sono stati trattati ben diversamente - afferma il vaticanista Salvatore Izzo -. Fu consentito di ritirarsi in un convento tedesco all'arcivescovo di Vienna Groer, colpevole direttamente di abusi e a lungo difeso a Roma da eminenti curiali, che avevano di fatto isolato l'allora card. Joseph Ratzinger, l'unico convinto della necessità di processare il porporato benedettino". E fu addirittura trasferito a Roma come arciprete di Santa Maria Maggiore l'arcivescovo di Boston Law, che aveva sottolvalutato le denunce e consentito così ai preti pedofili di agire indisturbati (si limitava aventualmente a trasferirli da una parrocchia all'altra). "La purificazione della Chiesa voluta da Papa Ratzinger passa sempre di più per la dissezione di consolidati gruppi di potere, cordate che non si sono limitate negli anni a promuovere i loro esponenti a incarichi sempre più prestigiosi ma hanno di fatto coperto i loro delitti. Del resto l'altro grande tema della riforma benedettiana è la critica al carrierismo".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider