domenica 3 febbraio 2013

Mons. Müller: mirate campagne per screditare la Chiesa Cattolica hanno fatto sì che già adesso in alcuni settori i religiosi vengano insultati pubblicamente in modo volgare. Monta una rabbia provocata artificialmente, che di tanto in tanto ricorda già oggi un clima da pogrom

Contro la Chiesa Cattolica c'è un “clima da pogrom”. È molto duro l'attacco lanciato dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor Gerhard Ludwig Müller (nella foto con Benedetto XVI), dalle colonne del quotidiano tedesco Die Welt. "Delle mirate campagne per screditare la Chiesa Cattolica in America del Nord e anche qui da noi in Europa hanno fatto sì che già adesso in alcuni settori i religiosi vengano insultati pubblicamente in modo volgare", nota l'ex vescovo di Ratisbona. "Qui monta una rabbia provocata artificialmente, che di tanto in tanto ricorda già oggi un clima da pogrom", ha aggiunto. Su molti blog e anche in tv vengono avanzati attacchi contro la Chiesa i cui strumenti "risalgono alla lotta delle ideologie totalitarie contro il cristianesimo". Nel colloquio con la Welt Müller si esprime in modo critico anche sul processo di dialogo tra vescovi e laici attualmente in corso nelle diocesi tedesche. È positivo che ci sia un dialogo, ma bisogna affrontare le questioni essenziali "e non scodellare ogni volta gli stessi problemi". Quali? Müller cita ad esempio la richiesta dei laici di aprire il sacerdozio anche alle donne: questo "non è possibile", non perché le donne valgano di meno degli uomini, ma perché "è nella natura del sacramento dell'Ordine che Cristo sia rappresentato in esso come sposo in rapporto alla sposa". Altrettanto netto il rifiuto delle unioni omosessuali: "Per la Chiesa Cattolica non è possibile accettare le relazioni tra persone dello stesso sesso, simili relazioni non vanno in alcun modo equiparate al matrimonio", nota Müller. Il quale chiude la porta anche a un'eventuale abolizione del celibato: "Il celibato dei sacerdoti corrisponde all'esempio e alla parola di Gesù e ha trovato nell'esperienza spirituale della Chiesa latina una sua particolare espressione". Non ci sono segnali, ha aggiunto, che i responsabili della Chiesa vogliano cambiarlo, partendo da certe idee sbagliate, come se praticare la sessualità, dentro o fuori il matrimonio, fosse una necessità naturale. Secondo Müller se proprio si vuole parlare di un ristagno delle riforme all'interno della Chiesa, ciò riguarda semmai i "temi essenziali che non vengono affrontati: la partecipazione ai sacramenti, la conoscenza della fede". La parola “riforma” "non può essere sequestrata per frenare il vero rinnovamento in Cristo". Müller ricorda poi che non si può parlare di una "Chiesa tedesca", bensì della Chiesa Cattolica in Germania, e nega che esista un “centralismo romano”: patiamo il fatto che "abbiamo troppa poca unità, la Chiesa non soffre di centralismo, bensì del fatto che le forze centrifughe sono troppo forti". Il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha infine lanciato un chiaro messaggio ai lefebvriani: abbiamo proposto loro un preambolo dottrinale, ma "finora non c'è stata nessuna risposta. Noi però non aspettiamo all'infinito".

Alessandro Alviani, Vatican Insider